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Interviste immaginarie. Dennis

Aspettando quelli di Montezemolo, debbo ammettere che comunque non tutti i treni delle FFSS fanno pena. Però quello sul quale sto viaggiando si è fermato in aperta campagna, ergo ho trascorso un po’ di tempo dialogando grazie alla immaginazione con un certo Ron Dennis. Strano personaggio, se posso permettermi.

Buon giorno e buon anno, mister Dennis.

‘Grazie, comunque l’anno sarà buonissimo, per me’.

Sicuro?

‘Beh, siamo partiti alla grande! Ha visto che regalo ci ha fatto Domenicali?’

Prego?

‘Sì, sì, Stefano. Ha abboccato all’amo di quel babbeo di Fry e si è portato in Italia quattro o cinque dei nostri tecnici’.

E non le dispiace?

‘Dispiacermi? Ma è un sollievo! Tutta gente di seconda e terza schiera, si fidi. Stipendi risparmiati, si fidi’.

Lei, signor Dennis, è sempre velenosetto, con quelli di Maranello.

‘Ma no. In fondo gli voglio bene’.

Invece lei è ancora arrabbiato per la storia delle spie.

‘Si figuri! Io non c’entravo una mazza, con quella vicenda’.

Beh, insomma…

‘Guardi, glielo debbo proprio dire. Sa cosa mi ha dato fastidio, nella vicenda del 2007?’

Essere beccato con le mani nella marmellata?

‘No. Essere considerato un rincoglionito dai miei collaboratori. A me non dissero niente. Pensavano: il vecchio Ron, ormai suonato, ha pure perso la testa per una donna che ha trent’anni in meno…’

E non era vero?

‘Effettivamente sto adesso con una compagna che potrebbe quasi essere mia nipote, ma Montezemolo docet. E nessuno per questo osa considerare Luca un rimba, mi pare’.

Vada pure avanti.

‘Se io avessi saputo qualcosa delle mail e delle altre informazioni segrete, avrei forse chiamato Mosley dall’Ungheria, quel fottuto week end, per dirgli che Alonso mi aveva minacciato dichiarando di possedere documentazione relativa allo scandalo, secondo lei? Non pensa che avrei insabbiato tutto, avrei accolto le richieste di Fernando e messo in disparte il mio pupillo Nero?’

Il ragionamento fila.

‘Certo che fila. Sono stato messo in mezzo, ho fatto la figura del fesso e ho perso un mondiale già vinto. Tutti sapevano tutto, io ero innamorato e non vedevo se non l’amore, ecco’.

Bella storia.

‘Cosa vuole, tornare liceali a sessant’anni ha le sue contraddizioni. E comunque ho perdonato i miei dipendenti infedeli, ho fatto un passo indietro, Whitmarsh è il mio Mario Monti e mi diverto più di prima’.

Prova rancore per Alonso?

‘Per niente. Smettetela di essere ipocriti, Senna al suo posto nel 2007 si sarebbe comportato alla stessa maniera. E lei forse crede che Schumi, quando Hakkinen lo bastonava, non cercasse informazioni riservate sui segreti McLaren? Non faccia l’ingenuo, lei viene ai box da una vita, sa come funziona il nostro mondo’.

Sì, ma…

‘Niente ma. In F1 tutti cercano di copiare tutti. Forse i miei collaboratori hanno esagerato con Stepney, ma nella sostanza non c’era nulla di inedito, nella spy story. Fu una grande montatura pubblicitaria, perfettamente orchestrata dalla gente di Maranello’.

Suggestiva teoria.

‘La pensi come crede. Comunque, sa una cosa? Quella domenica di Interlagos, quando Hamilton e Alonso riuscirono a perdere il titolo, nemmeno mi dispiacque troppo. Ero contento per Kimi’.

Raikkonen era di suo gradimento?

‘Oh, il migliore che abbia avuto in squadra, naturalmente dopo Senna. Poi metto Prost e Alonso al terzo posto, alla pari, davanti ad Hakkinen. Ecco, vede, se solo Kimi avesse bevuto tanto quanto Mika, cioè pochino, magari…’

E il 2012 come lo vede?

‘Bene per noi, ci siamo tolti la zavorra di tecnici inutili, fortunatamente finiti in Ferrari. Meno bene per la Rossa, dunque. Button e Hamilton sono la coppia migliore, ma non c’è pezza’.

No?

‘No. Vettel mi sa che lo vediamo ancora in fotografia…’