La Casta salva Cosentino, sconfitta l’Italia che sogna il cambiamento
Ancora una volta la Camera ha salvato dall’arresto il deputato del Pdl Nicola Cosentino indagato dalla magistratura di Napoli per camorra. Cosentino, a sentir lui, aveva già preparato la valigetta per trascorrere a Poggioreale la prima notte in carcere. Ma, buon per lui, 309 suoi onorevoli colleghi hanno detto no all’arresto (298 i favorevoli).
Ma cos’è successo in queste ultime ore, visto che l’arresto era quasi dato per scontato? Cos’è successo oltre alla (forse insanabile) spaccatura fra i leghisti Bossi e Maroni (l’ex ministro dell’Interno era per l’arresto, il leader del partito, dopo aver parlato con Berlusconi, era per la libertà di coscienza)?
Forse che tutti i 309 amici di Cosentino hanno letto le infinite carte che sembrano accusare l’ex sottosegretario all’economia e attuale coordinatore del Pdl in Campania?
Forse, come dice Berlusconi, tutti i 309 si sono convinti che ci poteva essere una sorta di persecuzione nei confronti del parlamentare, già salvato in un’altra occasione dai deputati? Forse sono tutti (i 309) convinti che Cosentino sia uno stinco di santo e che non abbia niente a che vedere con la camorra, come invece sostengono i magistrati di Napoli?
Niente di tutto questo secondo me. Sono dell’avviso che la maggioranza della Casta, l’insopportabile Casta che da sempre governa l’Italia, abbia voluto dare un’altra dimostrazione di forza: ce l’ha fatta per poco, appena undici voti, ma stasera può cantare ancora vittoria. Come dire, giù le mani dalla Casta, giù le mani dai parlamentari. Noi siamo la Casta, tutti gli altri, quelli fuori da Montecitorio e da Palazzo Madama, sono dei pezzenti. Gli altri possono andare in galera, noi no.
Ebbene sì, la Casta una volta ancora ha salvato uno dei suoi. Dando l’ennesima dimostrazione di quanto possa essere dannosa per l’immagine del Paese. Spettacolo indecoroso all’esito del voto: pacche sulle spalle, strette di mano, baci e abbracci con Cosentino che stasera può tornare a dormire a casa.
La Casta ha vinto ancora. Un’altra giornata triste per quella parte del nostro Paese che crede nell’onestà dei comportamenti, nella giustizia, nella magistratura. E che fortunatamente crede sempre meno in una Casta senza vergogna.