I guardoni in galera (quasi)
LA STORIA che segue arriva da Seattle, ed è più triste che originale, soprattutto in un mondo che sta scambiando progressivamente la vita vissuta con quella guardata. Però mi sembra degno di nota il rischio che il marito dell’allenatrice di una squadra di pallavolo ha corso: poteva finire in prigione per voyeurismo. Per una sequenza che sembra tratta da un film di Pierino, o da uno dei vari Porky’s.
Lo racconta Levi Pulkkinen sul Seattlepi.com: l’uomo finito nei guai si chiama Steven C. Meeks, ha 23 anni, è il marito di un’allenatrice della Juanita High school e ha confessato di aver piazzato una piccola telecamera nel bagno usato da alcune ragazze della squadra nel corso di una festa non autorizzata dalla scuola. Gli inquirenti hanno ricostruito dai filmati che almeno cinque ragazze sono andate in bagno, quella sera. La telecamera era posizionata sopra la toilette. Alcuni adulti presenti al party se ne sono accorti, e hanno avvertito lo sceriffo della contea. La detective della Polizia Janette Luitgaarden ha raccontato alla corte che “Meeks è stato rintracciato, gli sono stati letti i suoi diritti e alla fine ha confessato di aver posizionato la videocamera nel bagno per la sua gratificazione sessuale. La sua intenzione era quella di spiare una collaboratrice della quale era sicuro che avrebbe usato il bagno”. Meeks aveva collaborato all’organizzazione del party e conosceva bene i dettagli logistici. Per sua fortuna, il giudice ha rigettato la richiesta dell’accusa, che voleva farlo rimanere una notte in prigione con una cauzione di 25mila dollari. Se non fosse che gente del genere è vittima di una malattia più che della delinquenza, verrebbe da pensare che forse gli avrebbe fatto bene, una notte a spiare tra le sbarre.