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Quanto è scivolosa la buccia della banana di Warhol

Quello che resta dei Velvet Underground (Lou Reed e John Cale) contro la Fondazione Warhol. In mezzo la mitica banana sbucciabile quella che, maliziosa, con la scritta “peel slowly and see” (ossia sbuccia lentamente e guarda), riempie la copertina del primo album dei Velvet Underground & Nico. Che, secondo Rolling Stone, è al tredicesimo posto degli album della storia del rock, ma che meriterebbe di issarsi probabilmente in vetta alla speciale classifica. Rock e arte. Essenza della factory warholiana a un anno, 1967, dal Sessantotto. Rock, per quello che poteva essere allora almeno concettualmente, irriverente, corrosivo, sboccato, lisergico e rivoluzionario. Tutto questo patrimonio, questo intreccio romanzesco di arte e musica rischia di trasformarsi in un pugno di carte bollate per richiedere più soldi. Va bene, nessuno è così stolto dal credere che il rock sia ancora una missione, che la rockstar sia uno o una che lo faccia solo ed esclusivamente per passione e che non stia a guardare il centesimo del cachet. Purtroppo, non è così. E in questa ennesima disputa legale che tira in ballo, per l’ennesima volta i diritti d’autore, e la mercificazione di un’opera d’arte (la banana di Warhol appunto) si resta un po’ tutti sconvolti. Da una parte c’è la Fondazione Warhol che ha dato il via libera all’utilizzo della banana su bag per ipod o ipad e dall’altra ci sono Lou Reed e John Cale che non riconoscono questo diritto alla Fondazione. Perché la banana impersonifica appunto quel disco lì, del 1967, tanto da essere diventato nel corso degli anni “Banana album”, dimenticando il tutt’altro che originale titolo. Reed e Cale non mollano. Ma non ci stupisce: che cosa non si fa per un centesimo in più. Anche perché i due hanno già fatto sapere che gli eventuali ricavi dall’opera d’arte di Warhol spettano a loro (forse sarebbe stato meglio che li avessero richiesti per la beneficenza a qualche ente). Che tristezza. Lou che c’ammorba con la storia del tai chi e che fa un disco con i Metallica (bruttino per essere gentili) per dimostrare che è ancora vivo e poi, con l’ex amico e ora di nuovo amico John, chiede i diritti sulla banana di Warhol. Tristezza pura. C’è solo un antidoto, vecchio ma efficace, inserire quel vecchio disco e riascoltarlo dall’inizio alla fine, da “Sunday Morning” a “European Son”, per ricordarci che quelli erano i Velvet Underground e che questi, purtroppo, capelli ingrigiti e pancette ben nascoste, sono quelli che restano di un grande gruppo. Senza stile.