Il tronfio populismo dei sindaci spalatori
Non c’è niente di peggio del populismo tronfio e caricaturale covato sotto le nevi. In questi giorni di bufere, i sindaci fanno a gara ad essere ridicoli. C’è chi ha incaricato il proprio ufficio stampa (o Minculpop) di fotografare primi cittadini o assessori mentre spalano. Una specie di duce immortalato alla campagna del grano. A villo di fuori e bragaloni. In prima linea. Robustoso e forte. Sembrerebbe roba da Ventennio, ma appartiene al nostro decennio, sempre più infarcito da prezzolati incaricati di slinguazzare il potente e di confezionarne cornicette. Con la neve, le amministrazioni (che nei comunicati vengono rigorosamente citate con le “A” maiuscole) hanno dato il meglio dell’assurdità.
Le strade, con la nevaccia marcia da scioglimento, venivano dipinte come parquet lucidi. Le persone soccorse come fossero terremotati o profughi del Kosovo. E poi c’erano loro, i supersindaci: spalatori, soccorritori, uomini di fatica, fornai, fabbri, meccanici, con un book da fare invidia a quello custodito nei più remoti angoli di Predappio. E i media (tv in primis) lì, a bere, a pascersi di becero populismo in salsa provinciale. Anche questo è Ventennio. Ricoprire di fandonie la verità. Anche con la neve, se possibile. Io, come è mio assoluto e sacrosanto dovere, la soglia di casa me la sono spalata da solo. E il sindaco, ve l’assicuro, non l’ho visto neanche da lontano. Semplicemente perché non ne avevo bisogno avendo braccia forti. Non scomodatevi, cari Amministratori con la A maiuscola. Il fai da te è solo lavoro da cittadini onesti. Se volete, fatevi vedere in altre occasioni. Alla pala ci pensiamo noi. Come abbiamo sempre fatto.