Per l’auto Usa record e tagli
L’AUTO mondiale corre a due velocità. Mentre l’Europa conferma il trend negativo anche nel mese di gennaio (-6,6% nell’intero continente, -17% in Italia), c’è chi festeggia bilanci da record.La General Motors ha concluso il 2011 con utili annuali in aumento del 62 per cento, che hanno raggiunto la soglia record di 7,6 miliardi di dollari, un dato conforme con la ripresa generale dell’economia americana, che ha consentito un graduale aumento dei prezzi. Con queste cifre il colosso Usa torna il primo produttore al mondo davanti a Toyota e chiude un anno d’oro per l’industria americana dell’auto, con i bilanci dei principali produttori (Ford, Chrysler e General Motors) per la prima volta tutti in positivo, come non accadeva dal 2004.
Ma sotto la patina dorata dei grandi numeri e dei risultati eclatanti, anche l’auto americana mostra le sue crepe. Nonostante i risultati sorprendenti a livello annuale, l’esito dell’ultimo trimestre 2011, pubblicato ieri dal colosso automobilistico, non brilla: il fatturato è aumentato del 3 per cento, ma i profitti sono calati a 468 milioni dai 510 milioni dell’anno precedente.
LA FETTA principale dei profitti registrati nell’intero anno (7,2 miliardi di dollari), proviene dalle vendite negli Stati Uniti, in deciso aumento dai 5,7 miliardi del 2010. Sul fronte europeo, invece, la crisi ha provocato un rosso da 747 milioni di dollari nell’ultimo trimestre dell’anno. Insomma la grande crisi, che proprio dall’America ha preso le mosse, sta lasciando il segno soprattutto nel Vecchio Continente e il termometro dell’auto si conferma un indicatore validissimo. In un mercato sempre più globale, il grande gruppo americano può vantare eclatanti risultati negli States, in Cina e nei paesi emergenti, ma paga pedaggio al clima di paura e incertezza economica che aleggia sulla vecchia Europa. Non è un caso che i manager della General Motors si stiano trasformando in tanti replicanti di Marchionne con l’obiettivo di ridurre le perdite e il costo del lavoro, cercando la mediazione dei sindacati. Tra i primi provvedimenti concreti ci sarà una riduzione delle capacità produttive in Europa, dove GM ha perso 600 milioni di dollari nel quarto trimestre.
UNA BELLA iniezione di fiducia arriva invece dalla Borsa, dove il titolo General Motors è salito del 6,88% dopo l’annuncio del profitto-record. Un risultato che farà piacere anche al governo americano, visto che è in possesso del 26,5 per cento del gruppo da quando GM rischiò la bancarotta. Appena tre anni fa.