I nostri politici? Vivono barricati in una fiction tutta loro
Mi riesce davvero difficile pensare che i politici di professione non si rendano conto di essere finiti sul ciglio di un burrone. Mi riesce davvero difficile osservare come i nostri gloriosi rappresentanti al parlamento continuino a comportarsi come se nulla fosse successo da novembre scorso, quando hanno delegato a decidere il “tecnico” Mario Monti. Come se non fossero corresponsabili di tutte le vicende che di questi tempi stanno angustiando gli italiani, come se non avessero sentito soffiare forte il vento dell’antipolitica o meglio, come sostengo io, dell’”antipolitico”, quel signore che proprio non viene più sopportato di qualunque colore sia.
Eh sì, la gente non ne può davvero più dei politici di professione che sembrano pensare non al bene del cittadino ma solo al bene di se stessi e delle loro famiglie più o meno allargate. E non potendone più di questo stato di cose, gli elettori a questi baldanzosi “eletti” (ma sarebbe più giusto dire “nominati” dal momento che i votanti non possono più scegliere) hanno mandato vari segnali di insofferenza. Non ultimo quello fatto pervenire alla prima tornata delle amministrative svoltesi quasi due settimane fa.
Dei politici intelligenti avrebbero capito l’antifona e, anche in previsione dei ballottaggi decisivi per il governo di molti comuni in programma domenica prossima, avrebbero potuto inviare un segnale di buona volontà. Avrebbero potuto rassicurare gli elettori in qualche maniera, avrebbero potuto far arrivare alla gente comune, massacrata dalla crisi e dalle tasse, un messaggio chiaro e forte. Tipo: abbiamo capito la lezione, righeremo diritto, faremo duri sacrifici anche noi, faremo qualcosa di buono per i cittadini giustamente inviperiti.
Una classe politica intelligente avrebbe potuto più o meno fare questo discorsino e avrebbe potuto cominciare un percorso lastricato di lacrime e sangue anche per i privilegiati.
Ma secondo voi, cari lettori, la classe politica di casa nostra da novembre ad oggi o anche da quindici giorni fa ad oggi, ha fatto qualcosa per fornire un’idea di cambiamento all’opinione pubblica?
No, non ha fatto niente di niente. Non ha proposto tagli per la politica, non ha proposto qualcosa per ridurre il numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali, non ha fatto nessun passo avanti per la tanto sbandierata abolizione delle Province. Immaginate che per ora non è riuscita neppure a ridurre l’importo dei rimborsi elettorali, rimborsi che (come sa soprattutto la Lega) sembrano portare jella, sembrano uno tsunami che travolge tutto ciò che incontra.
Non è stato fatto niente di niente, nonostante le sollecitazioni fatte più volte dal presidente della Repubblica Napolitano e dal presidente del Senato Schifani, giustamente preoccupati per come vanno le cose e forse anche per l’insensibilità dimostrata finora da deputati e senatori.
Alla classe politica italiana sembra davvero che non importi niente di niente. I nostri parlamentari non si rendono conto che da un momento all’altro potrebbero essere travolti da una tempesta di disapprovazione, non si rendono conto di essere in una bufera e (pur continuando a sostenere il governo Monti) continuano a spaccarsi tra destra e sinistra su argomenti come il taglio dei rimborsi, la giustizia, la corruzione, il falso in bilancio. Urlano, sbraitano, fanno imboscate, si comportano come se il mondo vero fosse solo all’interno di Montecitorio e di Palazzo Madama. E non si rendono conto che quello che vivono nei loro palazzi è solo fiction, la realtà vera è per le strade dove la gente s’ammazza perché non ha lavoro, non ha soldi per andare avanti.
Vivono in una fiction i nostri parlamentari e continuano a ballare (e ad intascare lautissimi stipendi) in Transatlantico (quello della Camera) senza rendersi conto che l’iceberg della furia popolare è davvero arrivato a pochi centimetri da loro.
Ma questa classe politica è davvero così intelligente come vorrebbe far credere in tanti dibattiti e in tanti talk show? Ne siamo davvero così sicuri? Oppure è talmente presa da sé che non si rende conto che il suo tempo sta per finire travolta dalla crisi e da qualche grillo sparso per il Paese?
Ed è proprio con questo spirito che milioni di italiani si preparano a rientrare domenica prossima nelle cabine elettorali.