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Oltraggio a Morosini, ostacoli all’Atalanta: quella Casta di Bergamo che non conosce vergogna

Poi dicono che gli italiani sono sempre più antipolitici, ne hanno le tasche piene di chiunque li rappresenti a livello nazionale e locale e, ogni tanto, vengono assaliti dal desiderio di giocare a pallone con loro. E non per prendere a calci il pallone.

Guardate ciò che succede a Bergamo, per esempio, dove, in questi giorni il centro è stato teatro di un’altra, splendida iniziativa della società di Percassi.

Per festeggiare la fantastica stagione nerazzurra (52 punti conquistati sul campo, record assoluto nei 104 anni di storia societaria, salvezza guadagnata praticamente con 9 giornate d’anticipo, nonostante i 6 punti di penalizzazione), l’Atalanta ha costruito la Città Nerazzurra nel cuore della città.

Raccolta di fondi per iniziative umanitarie destinate ai bisognosi e ai più deboli, feste popolari e meeting con la squadra e con i dirigenti, manifestazioni ed eventi per famiglie e bambini , marcia non competitiva degli Amici dell’Atalanta alla quale hanno partecipato 10 mila tifosi, punti d’incontro con i sostenitori, gigantografie dei protagonisti dell’impresa inalberate lungo il centralissimo Viale Papa Giovanni XXIII, le maglie di alcuni campioni nerazzurri esposte sulle Mura  dopo essere state la bellissima coreografia della Curva Nord nell’ultima di campionato.   Tutta una serie di iniziative che hanno riscosso un tale successo, da richiedere una proroga di altre due settimane. Particolare non irrilevante in questi anni di melma, pieni delle soperchierie e degli scandali dei politici (vogliamo parlare solo dell’indecenza dei rimborsi elettorali?) : tutte le spese sono a carico dell’Atalanta che si è accollata un onere di quasi 400 mila euro. 

Ieri sera, sul Sentierone, erano in migliaia a salutare Colantuono e i giocatori prima che partissero per le vacanze.

Avvertenza per chi non fosse bergamasco: di solito, dopo le nove di sera, chiunque si aggiri nel centro della città ha la stessa probabilità di trovare un bicchiere d’acqua nel Sahel.

Tutto bene? Benissimo. Tranne che per alcuni esponenti politici locali con la puzza sotto il naso, asserragliati nel bunker di una Casta senza futuro e senza pudore. Leggete un po’ cosa ha affermato l’esimio Nicola Eynard, consigliere comunale: “Bergamo. Certo, da sempre cerco di apprezzarne la bellezza , di valorizzarne i pregi, di viverla al meglio. E mi piace, nonostante a volte vorrei fosse migliore: più aperta, più viva, più dinamica. Non m’interesso di calcio, ma penso sia ridicola ed eccessiva l’importanza attribuita ad un evento come la presentazione delle nuove divise dell’Atalanta. Bergamo è davvero misera se la associa così ad una squadra di calcio. Per molti è l’orgoglio della città, ma davvero non abbiamo niente di meglio di cui essere orgogliosi? E’ patetico che in un punto nevralgico del centro qualcuno abbia concesso di esporre uno striscione che recita “A guardia di una fede”. In coscienza: quale fede?”.

Capito? Anzichè sotterrarsi, insieme con tutti gli amministratori presenti e passati che da cinquant’anni non risolvono il problema dello stadio, un impianto indecente, obbrobrioso e famigerato, autentica bomba ad orologeria dentro la città; anzichè ringraziare l’Atalanta e i suoi tifosi per avere rivitalizzato una città catalettica, il signor Eynard storce il naso.  E ha pure il coraggio di definire “ridicola” la presentazione delle nuove maglie, ignaro di che cosa significhino i simboli dello sport e capace di calpestare i sentimenti e la passione di un popolo intero.

Perchè quello dell’Atalanta è un autentico popolo, che piaccia o non piaccia alla Casta. Perchè  a Bergamo non si dice “vado allo stadio”, ma “vado all’Atalanta”, tanto grande è l’immedesimazione della gente nella propria squadra di calcio. Perchè essere a guardia di una fede, significa credere nei propri ideali sportivi incarnati da una società modello che appartiene alla storia dello sport italiano, è diventata un esempio di serietà, di organizzazione, di professionalità, si è appena lasciata alle spalle una fantastica impresa, realizzata contro tutto e contro tutti.

Non è mica finita. Siccome quando si tocca il fondo, c’è sempre qualcuno che comincia a scavare, ecco che si alza un altro consigliere comunale, il signor Simone Paganoni. Lo stesso, nei giorni scorsi  aveva avuto il coraggio di contestare la decisione di osservare un minuto di silenzio in Comune in memoria di  Piermario Morosini affermando: “Non esistono morti di serie A e di serie B,  un consigliere lo si commemora in consiglio, un calciatore  sui campi di calcio”. (Complimenti:  a quando le commemorazioni in base alle idee politiche e, perchè no, già che ci siamo, alla razza, alla convinzione religiosa, al partito?)

Già che c’è, il consigliere fustigatore dell’Atalanta e dei suoi tifosi, protesta  pure contro le  quattro bandiere di Città nerazzurra esposte nella sede municipale e definisce blasfemo lo striscione “A guardia di una fede” della Curva Nord.

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Per l’inverecondo oltraggio alla memoria di Piermario Morosini, per la distanza siderale fra il Palazzo e i cittadini. Sommesso consiglio a Percassi e all’Atalanta: dalla prossima stagione, basta con i biglietti gratis al Comune. I consiglieri che vogliano seguire le partite dell’Atalanta se li comprino. Gli altri vengano destinati a tutti quelli che non se li possono permettere. In tribuna d’onore, allo stadio Achille e Cesare Bortolotti, si respirerebbe un’altra aria. Anche se l’ossigeno puro sta in curva. 

 

Xavier Jacobelli