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Schumi tra Dubai e Montecarlo

Oggi ho trascorso un po’ del mio tempo con una persona che conosce bene il Vecchio Zio.

Sai, mi ha detto, quando Schumi decise di tornare a correre, a fine 2009, fu spinto da ragioni prosaiche e da motivazioni poetiche.

La prosa risiedeva in una fortissima perdita finanziaria: causa crack post Lehman Brothers, il signor Michael Schumacher si era giocato più di un terzo del suo ingentissimo patrimonio in speculazioni sballate, soprattutto nel settore immobiliare, zona Dubai.

Boh. E’ una cosa che ho sentito raccontare qua e là, non esiste possibilità di verifica, comunque se trattasi di balla ha molti…adepti.

Poi ci sono le argomentazioni nobili.

Una di queste riguarda Montecarlo, prossima sede di tappa del mondiale di Formula Uno.

Tra tutti i record che detiene, allo Zio ne è sfuggito uno.

Io ho cominciato ad andare a Montecarlo, per la corsa, nel 1989.

Fino al 1993 compreso, era un appuntamento dall’esito scontato.

Vinceva Senna e stop.

Complessivamente, Ayrton ha tagliato per primo il traguardo, nel Principato, in sei occasioni.

Venne Imola’94.

Due settimane dopo, Schumi inaugurò la sua sequenza di trionfi sotto la Rocca dei Grimaldi.

Ma, curiosamente e dannatamente, arrivato a quota 5 successi (nel 2001) lo Zio si è fermato.

Sembrava quasi esserci una macumba, una fattura, un rito voodoo, qualcosa del genere.

E’ incredibile, ma tanto per fare due esempi Schumi ha perso a Montecarlo con la Ferrari anche nella stagioni (penso al 2002 e al 2004) nelle quali si imponeva su altri circuiti facendo quattro soste o guidando con il gomito fuori dall’abitacolo o fermandosi ai box ad ordinare un cappuccino con la panna.

E non ha mai eguagliato lo storico primato di Senna.

Tra poco di una settimana, lo Zio ritenterà.

Non attraversa un momento felice, molti pensano stia uscendo demolito dalla Operazione Ritorno e si ci limitiamo ai freddi numeri hanno pure ragione.

Motivo in più, domenica 27 maggio, per fare il tifo.

Per lui.