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Una notte di terrore in balia del terremoto

Una notte di terrore, di paura profonda, una notte in compagnia del terremoto. L’Emilia Romagna si è svegliata di soprassalto alle 4,04 con il groppo in gola. Un boato sordo e profondo, un rumore simile al tuono e poi il letto che diventa una pedana mobile. Sussulta e ondeggia, le pareti delle casa sembrano vibrare di energia propria, l’intero palazzo oscilla sul suo asse come in un incubo. Una frazione di secondo per passare dalla quiete del sonno al pozzo profondo delle paure più ancestrali. E’ il terremoto, proprio qui, al centro della pianura Padana, dove le stratificazioni del terreno, vecchie di milioni di anni, limitano i rischi di un evento catastrofico.

E invece il palazzo trema come una foglia al vento per un tempo interminabile. I rilevamenti dei tecnici dicono venti secondi, ma il tempo della scossa sembra infinito, dilatato dalla paura e dal buio della notte. Il lampadario oscilla impazzito, si aprono gli sportelli degli armadi, la mente corre alle persone care, immagina scenari e situazioni in un vortice denso come una vita intera. Quei pochi secondi basteranno per uccidere sei persone, per abbattere chiese e monumenti, per far crollare soffitti, capannoni industriali, per demolire giganteschi silos. Dal cuore delle terra si sprigiona una forza misteriosa e imprevebile che l’uomo non sa nè può controllare.

Soli con le nostre paure, aspettiamo ansiosi la fine di quel calvario. La terra scuote ancora, rinnova la terribile sensazione provata quel lontano 6 maggio 1976 quando il devastante terremoto del Friuli fece sentire fino all’Emilia il suo tuono potente. Quando all’improvviso tutto si placa, il cuore continua a battere a ritmo accelerato e la mente corre avanti: dov’è l’epicentro della scossa? Quali danni avrà provocato il terremoto? Vuole capire se questa notte d’ angoscia, fra poche ore, sarà davvero passata.