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Balducci sul crinale della storia

C’è un potente antidoto all’egocentrismo che è coltivare la sensibilità alle domande degli altri, per trovare strade condivise di risposta.

 

Padre Ernesto Balducci (1922-1992), di cui ricorrono venti anni dalla scomparsa, passa presto dallo spleen giovanile del compiacimento letterario, soprattutto come cultore della poesia, a quella consapevolezza, ben sintetizzata da Gianni D’Elia in una sua poesia su Francesco d’Assisi, che “la poesia senza carità non vale” e che ne fa, tra l’altro, un uomo coltissimo senza l’aridità dell’erudito.

 

Si sono spesso messe a paragone le due figure di Balducci e don Milani, contrapponendole. Ma è una strada fuorviante, che finisce per giustapporre percorsi diversi. Recentemente Adele Corradi, nel suo libro di ricordi ‘Non so se don Lorenzo’ (ed. Feltrinelli) ha riportato questa frase di don Milani: “… Barbiana deve rimanere Barbiana. Non voglio lasciarmi condizionare dalla gente che mi gira intorno, come certo è costretto a fare padre Balducci”. E’ stata l’unica volta, osserva Corradi, “che l’ho sentito fare un confronto tra il suo modo di comportarsi e quello di padre Balducci e non ricordo bene le sue parole, ricordo percò che c’era rispetto in quel che diceva”.

 

Padre Balducci ha guadagnato rispetto durante la sua esistenza, rispetto cresciuto in questi anni della sua “assenza” che per molti sono stati di interlocuzione con il suo messaggio e con quel giacimento che è la Parola predicata, punto di fuga e di ritorno di una riflessione che ha prefigurato i tratti dell’ “uomo planetario” e dell’ “uomo inedito”, quello che ciascuno può essere se liberato dalla morsa tenace dell’individualismo e se capace di contemplare la croce, sia egli credente o meno.

 

La pubblicazione della biografia di Bruna Bocchini Camaiani e le monografie curate da Andrea Cecconi evidenziano un lavoro di ricerca che trova ora un robusto spessore di sintesi e di aggiornamento nel nuovo numero (481-482) di ‘Testimonianze’, la rivista fondata da Balducci e diretta da Severino Saccardi, che è dedicata al tema: ‘Sul crinale della storia. A confronto con Ernesto Balducci 20 anni dopo’.

 

Saranno il vice-presidente del Senato Vannino Chinti, la giornalista e scrittrice Gabriella Caramore, il filosofo Sergio Givone e Severino Saccardi a presentare, con Simone Siliani, il nuovo volume martedì 22 maggio, alla Biblioteca delle Oblate (Firenze, via dell’Oriuolo 26, ore 17.30). L’attore Paolo Lelli leggerà brani di padre Balducci, con l’accompagnamento musicale del Maestro Luciano Vavolo.

 

Proprio Saccardi spiega come nel numero speciale di ‘Testimonianze’ (suddiviso nelle sezioni: ‘Venti anni dopo’, ‘Tra memoria e futuro’, ‘Percorsi’, ‘Archivio’, ‘Il sogno di una cosa’), oltre alla ripubblicazione di testi dello stesso Balducci (e ad un suo scritto inedito) ci sono articoli di amici, studiosi, “compagni di viaggio” (tra i quali: Franco Cardini, Mariella Bettarini, Marco Revelli, Valdo Spini, Lodovico Grassi, Danilo Zolo, Giovanni Giudici…) sui temi del rapporto fede-laicità, della cultura della convivenza, della “lunga marcia dei diritti umani”. L’iniziativa si svolge nel quadro della settimana per i festeggiamenti delle Oblate.

Michele Brancale