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Montezemolo, la politica, Briatore e la Rai

Da sempre, il venerdì di Montecarlo è un giorno strano strano.

La F1 non gira, si moltiplicano gli eventi mondani, ho visto cose che voi umani, eccetera eccetera.

Stavolta, a tenere banco nel silenzio dei motori sono tre storie italiane. Italianissime. Eccone un rapido sunto.

1. MONTEZEMOLO. Allora, entra in politica o siamo all’ennesima finta dell’ennesimo dribbling? Sapendo che lo conosco bene, me lo stanno chiedendo tutti.

Io in questa sede non parlo, appunto, di politica. Non mi piace mischiare le cose. Aggiungo che credo nella separatezza dei ruoli e dei luoghi. Ognuno ha diritto alla propria opinione, ci mancherebbe. Ma non sarebbe carino se, ragionando sullo sterzo di Kimi o sulle sospensioni di Fernando, io mi dedicassi pure a valutazioni…elettorali.

Ciò premesso, ieri sera ho incontrato un Ex (con la maiuscola) della Ferrari.

Mi ha detto, più o meno: se LCDM si lancia su Palazzo Chigi è una fortuna per il Reparto Corse di Maranello, perchè a quel punto, dovendosi occupare di altre e ben più gravi cose, passerà la mano. Lui non c’entra, ma via lui via anche Domenicali e dunque il Cavallino non ci rimette.

Confesso di essere rimasto un po’ basito.

Al che l’Ex ha aggiunto: se LCDM vince le elezioni ha già pronto un ottimo ministro per lo Sport, giovane competente e con esperienza in materia. Appunto, il Dom.

Boh.

Fermo restando che i cimiteri del pianeta da secoli sono pieni di gente che si credeva indispensabile, a me invece preoccupa un po’ immaginare un nuovo presidente Ferrari scelto dagli attuali vertici Fiat.

E qui mi fermo, per carità di patria.

2. BRIATORE. Ah, Flavione nostro!!! C’è c’è, figuratevi se non c’è. In pratica nel Principato ha messo su una succursale del Billionaire, tra ristorante Cipriani e barcone ormeggiato in porto.

Flavione parla sempre con simpatia con i cronisti della F1. Viene da questo ambiente la sua pirotecnica fortuna e se non altro l’uomo non ripudia le origini del suo successo (quanto meritato, è materia da lasciare alla valutazione dei posteri).

Secondo me, l’ex geometra di Cuneo ha anche nostalgia, dei Gran Premi. Lui dice di no e ovviamente non gli mancano gli elementi di divagazione, di distrazione.

Ma qui dentro era (e resta) un Ras. Altrove, non è che automaticamente lo riveriscano come una sorta di Steve Jobs che al posto di Mac e iPhone ha lanciato Schumi e Alonso (non male, questa: Schumi è il Mac, Fernandel l’iPhone. Sull’identità iPad mi riservo di consultarmi con i consulenti tecnologici Rhodes e Ukio).

In breve. Se capitasse una opportunità interessante, Briatore tornerebbe. Forse non in un team, forse al posto di Ecclestone, robe così.

L’importante è che LCDM non lo faccia ministro.

3. RAI. Oh, l’avrete sentito dire. E’ in scadenza il contratto che assicura alla tv di stato l’esclusiva per i Gp di F1. Ancora non è stato rinnovato. Pare che il solito Ecclestone chieda più quattrini e in tempi di governo Monti non è che in Viale Mazzini possano allargare troppo i cordoni della borsa. Inoltre pare ovvio pensare ad una offerta Sky per il nostro paese.

Ora.

Voi con chi state?

Con Stellina Bruno o con Ilariona d’Amico?

E se la F1 se la piglia Sky in esclusiva, ai pensionati che non hanno e non vogliono avere il satellite chi gliela fa vedere, le corse? Apriamo un corso di streaming per gli ultrasessantacinquenni?

Chi salverà il soldato Mazzoni?