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Grande mostra di Botero a Pietrasanta

intervista di Rossella Martina
Pietrasanta
Circa trent’anni fa il già celebre scultore e pittore Fernando Botero accettò di accompagnare il direttore della Malborough Gallery di New York, Pierre Levai, in una piccola città italiana, sulla riviera versiliese: Pietrasanta. Botero aveva con sé un modellino di una sua scultura che voleva far fondere in uno dei laboratori pietrasantini di cui aveva molto sentito parlare. Inizia così il rapporto, che presto diventerà d’amore reciproco, tra il grande artista colombiano e Pietrasanta.
Oggi nella cittadina in cui soggiornò anche Michelangelo, Botero ha uno studio e una casa in cui passa buona parte dell’anno, ma da domani e fino al 2 settembre si può dire che abiterà l’intero centro di Pietrasanta, grazie alla mostra con cui il Comune celebra gli 80 anni dell’artista cittadino onorario già dal 2000.
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Grande evento e non è il solito modo di dire: ottanta opere tra cui sei bronzi monumentali in Piazza Duomo (“I ballerini”, “Donna sdraiata”, “Ratto d’Europa”, “Donna a cavallo”, il “Gatto” e il “Cavallo”) che si uniscono idealmente al “Guerriero” di Piazza Matteotti donato da Botero alla città nel 1992. Altre dieci grandi e medie sculture nella Chiesa di Sant’Agostino in cui sarà visibile anche un interessante ciclo di acquerelli su tela. Nel percorso espositivo curato da Alessandro Romanini sono ovviamente compresi i due pannelli ad affresco (La Porta del Paradiso e la Porta dell’Inferno) dipinti da Botero, sempre a Pietrasanta, nella chiesetta della Misericordia, nel ’93.
Ma la grande novità sono i quasi cento disegni – 35 su tele di più di un metro – realizzati a partire dagli anni Settanta (l’ultimo è di due anni fa) che sono stati portati dal caveau svizzero dove vengono conservati: un Botero pochissimo conosciuto destinato a suscitare forti emozioni.
Dalla matita al pastello, dalla tela alla carta, dal gesso alla sanguigna, ogni tecnica viene esperita con la stessa passione per l’esaltazione della forma, la stessa solare sensualità e la attrattiva rotonda plasticità che caratterizzano l’arte di Botero.
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Fioriscono con nuove meraviglie la carnale filosofia e l’arte mitologica di quel mondo così poco ‘americano’ che sta tra il Tropico del Cancro e l’Equatore. E però con l’evidente setaccio dell’arte europea – da Piero della Francesca a Ingres – che Botero studia e frequenta fin dai suoi esordi.
Ma tutto questo è plasmato da Botero nel suo modo originale e meravigliosamente diretto. Un’arte, la sua, che non ha bisogno di traduttori, che si manifesta e attira e dona gioia e malinconia a chiunque vi si avvicini, con o senza bagaglio.
Gioia e malinconia che trovano massima espressione e fusione nei disegni visibili nelle diverse sale del Chiostro e in particolare nel ciclo dedicato alla corrida e in quello del circo.
Nella corrida il forte toro e il coraggioso toreador hanno la stessa espressione innocente dove si legge lo smarrimento nel ritrovarsi nemici e vittime entrambi di una sfida crudele imposta da altri.
Entrati poi nel circo, sono da batticuore la ballerina, l’acrobata, la danzatrice equestre: tutte quante incarnano anche la donna cannone. Una donna cannone aggraziata e timida che riporta alla memoria i versi di De Gregori: butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno… e con le mani amore per le mani ti prenderò… senza dire parole…

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è il titolo della mostra che vede l’adesione del Presidente della Repubblica e che si apre domani a Pietrasanta per celebrare gli ottanta anni dello scultore e pittore colombiano nato a Medellin il 19 aprile 1932. Oltre 80 opere visibili in Piazza Duomo, nella Chiesa e nel Chiostro di Sant’Agostino, in Piazza Matteotti e nella Chiesa della Misericordia. La mostra resterà aperta fino al 2 settembre, dal martedì alla domenica, dalle 18 alle 24. Ingresso libero.