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Libia/ Libia, corsa alle urne

UNA CORSA di massa alle liste elettorali. Dopo 42 anni sotto il tallone di Gheddafi la democrazia affascina i libici. In due milioni e settecentomila, circa l’80 per cento di chi ne aveva  diritto, si sono registrati per il voto di sabato. L’unica macchia in questo panorama è Ajdabiya, una città della Cirenaica. Ignoti hanno dato fuoco alla sede della commissione elettorale della città. I libici dovranno eleggere domani i 200 membri del Congresso generale nazionale. I neo parlamentari esprimeranno un nuovo governo e un comitato ristretto che metterà nero su bianco il testo della Costituzione. La Carta fondamentale sarà sottoposta a un referendum. La suddivisione dei 200 seggi, 100 alla Tripolitania e 60 alla Cirenaica, ha già suscitato ribellioni autonomiste a Bengasi.
L’autorità del governo centrale per ora è poco più di un’illusione. «È assai triste – scrive Amnesty International nel suo ultimo rapporto sul Paese - che dopo tanti mesi non sia riuscito ad allentare la stretta mortale delle milizie sulla sicurezza del Paese». L’unica notizia positiva è che la Mauritania si sarebbe convinta ad estradare l’ex capo dei serivizi segreti di Gheddafi Abdallah al-Senussi, ricercato dalla Corte criminale internazionale dell’Aja e dalla Francia.
 

 I FRATELLI musulmani hanno dato vita a un loro partito, Giustizia e Costruzione, presente in 18 città. Altri islamici potrebbero essere attratti da El-Wattan, La Patria, fondato dall’ex capo militare di Tripoli ed ex emiro del Gruppo combattente islamico libico Abdel Hakim Belhadj. I liberali filoccidentali hanno costituito l’Alleanza delle Forze Nazionali. La guida l’ex premier Mahmoud Jibril Mentre la Libia celebra il suo primo voto libero, la Siria sprofonda nella guerra civile. Il capo dei monitor dell’Onu, il generale Robert Mood, parla
 apertamente di «massacro». Mosca apre ai ribelli. Il ministro degli esteri Lavrov ha annunciato per la prossima settimana l’arrivo nella capitale russa di Abdel Basset Sayda, capo dei nemici di Assad che si riconoscono nel Consiglio nazionale siriano, e di Michel Kilo, uno scrittore cristiano
 dissidente. Ieri a Damasco si è registrata una defezione di peso. Ha disertato Manaf Tlas, capo delle guerdie repubblicane, un corpo di élite.