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Da Hannibal Lecter a Enzo Avitabile: il film-tributo di Demme

Jonathan Demme ed Enzo Avitabile. “Il silenzio degli innocenti” e la “Black tarantella”. Due mondi paralleli. Che c’azzeccano? Tutto, nel nome della passione. Se la passione poi è quella di Demme, il regista del film con Anthony Hopkins nelle vesti del feroce Hannibal Lecter, la vita di Enzo Avitabile può diventare anche un film. Un docu-film. Si intitola “Enzo Avitabile music life” e sarà presentato alla Mostra di Venezia domani. Come si siano incrociate le strade di Demme e Avitabile è da raccontare. Sembra quasi una favola, ma è tutto vero. Demme torna a casa in auto e ascolta una trasmissione in radio, finché lo speaker non dice: “New sounds from Naples”. E parte il pezzo di Avitabile. Demme resta folgorato. E si compra tutti i dischi di questo napoletano che sa miscelare come pochi altri, anche attraverso il sassofono, il suo strumento principale, musica della tradizione napoletana, jazz e soul. Per Demme è un “James Brown italiano”. Paragone azzardato? Forse o neanche troppo. Avitabile, come nell’ultimo “Black tarantella”, in cui duetta anche con la voce degli Almamegretta Raiz (e ci può stare)  e con Guccini (una performance decisamente insolita, ma piacevole), dimostra come sappia maneggiare assai bene la tradizione contaminandola. Altro che patchanka. D’altronde in operazioni del genere sappiamo essere dei maestri. Il remix di Karmacoma dei Massive Attack firmato proprio dagli Almamegretta con la voce di Raiz rimane, a quindici anni di distanza, un vero e proprio gioiello. Digressione a parte, Demme e Avitabile si incontrano a Napoli. Il regista – che nel frattempo dice di essere anche un attento ascoltatore di Daniele Sepe - viene invitato a un festival nel capoluogo campano. E chiede come un’unica condizione per partecipare la possibilità di conoscere Avitabile. L’incontro si fa. E da cosa nasce cosa. Ecco, il docufilm. Con immenso stupore Avitabile scopre che Demme è un suo fan sfegatato. Domani a Venezia vedremo che cosa sono riusciti a combinare. Intanto, un’ennesima dimostrazione di come il made in Italy, soprattutto quando l’arte e la musica recuperano le nostre tradizioni, hanno un potere di fascinazione anche oltre Oceano. D’altronde, non più tardi di qualche anno fa, John Turturro fece il suo documentario musicale sulla canzone popolare napoletana ”Passione” e scelse come attore proprio Raiz che con gli Almamegretta si occupò anche della colonna sonora. Anche se non lo chiamano folk o “nu folk” all’americana e non ci sono le barbe così di moda negli States, la canzone popolare italiana ha i suoi estimatori. Anche all’estero. E questa è un’altra bella notizia.