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Chi di privacy colpisce…

Un quesito rivolto a chiunque voglia rispondere. Una bimba muore tragicamente su una spiaggia francese, soffocata dalla sabbia di una buca che lei stessa ha scavato. Ha diversi fratellini, tutti minorenni. Un fatto di cronaca puro, tragico, commovente, assurdo, ma pur sempre tale. Come altri, come le decine di incidenti che quotidianamente leggiamo sui giornali. Il Garante della Privacy, con un comunicato diffuso dall’Ansa e da diverse altre agenzie di stampa, che vi allego integralmente, dice di non pubblicare il nome della bimba. E’ giusto? Non è un bavaglio alla libertà d’informazione, al diritto di cronaca?

In sostanza: e se muore un padre di famiglia in incidente stradale, allora non bisogna scriverne il nome? E quello di un pericoloso killer con prole? Oppure quello di un boss mafioso che tiene famiglia, ovviamente con minori, anche il suo va occultato? Oppure, se un giovane padre con il vizio di violentare la vicina di pianerottolo prende casa di fianco a voi, preferireste che il giornale abbia scritto il suo nome, rendendolo pubblico e noto, magari anche grazie a una ricerchina su google, o è meglio non dire niente per non turbare i suoi figli? Pietas e “questa cosa non si fa per correttezza” non significano niente: la società si regge sul diritto, non su un generico “volemose bene”…

 Ditemi voi che ne pensate.

Ecco il comunicato: “Con riferimento alla vicenda della bambina deceduta in un tragico incidente su una spiaggia francese, il Garante per la protezione dei dati personali, anche su richiesta dei familiari della vittima, motivata in particolare dalla necessità di tutelare gli altri minori presenti nel nucleo familiare, invita gli organi di informazione – si legge in una nota – al rispetto delle garanzie poste a tutela dei minori dal Codice deontologico dei giornalisti e dalla Carta di Treviso”. ”Tali disposizioni prevedono espressamente che, al fine di tutelarne la personalità, i giornalisti non rendano identificabili i minori coinvolti in fatti di cronaca – sottolinea ancora il Garante – e che il diritto del minore alla riservatezza deve sempre essere considerato come primario rispetto al diritto di cronaca. L’eventuale diffusione, infatti, delle generalità o di altri dati identificativi della bambina deceduta potrebbe consentire l’identificazione degli altri minori presenti in famiglia”.

twitter: @corradocattaneo