Verso Spa con Zanardi
Una volta, una vita fa, a Spa mi spaventai moltissimo.
Il mio amico Alex Zanardi fece un incidente da paura. Non ricordo su che macchina fosse. Forse era una Lotus, boh. Adesso sto in giro e non ho tempo per un controllo.
Comunque e ovviamente lui uscì dall’abitacolo senza fare una piega.
E certo ne io nè Alex avremmo immaginato cosa avevo in serbo il destino, a proposito di incidenti, conseguenze, rinascite e bla bla bla.
Bene.
Ieri ci siamo sentiti per gli auguri.
Zanardi, presumo ne siate al corrente, sarà uno dei simboli dell’Italia alla Paralimpiade di Londra.
Tre gare per lui: handbike a cronometro, in linea e staffetta.
Come sempre, mi ha detto cose belle.
Ve ne segnalo una: non capisco perchè in Italia ci sia il dibattito su come chiamare noi atleti paralimpici, se disabili o portatori di handicap o come vi pare. Usate i termini che preferite, mi ha raccontato, a patto che ci rispettiate come atleti, perchè io ad esempio vado a Londra con uno spirito competitivo enorme e voglio vincere, mica debbo accontentarmi di partecipare.
Del resto, ha aggiunto Alex, nella vita tutto è relativo: se alcuni esseri umani fossero in grado di volare, Usain Bolt passerebbe per disabile, no?
Straordinario.
Sulla F1 Zanardi è documentatissimo, in un altro post uno di voi ha gentilmente riportato le sue valutazioni in merito ad Alonso, mondiale, eccetera e non starò a ripetere.
In compenso io gli ho detto: intanto vedi di vincere tu a Londra, perchè non sono tanto sicuro che Nando rompa il ghiaccio sulle Ardenne.
Ci siamo messi a ridere.