Un’impresa firmata Marco Nanni
Fortitudo Unipol Bologna campione d’Europa. E’ la quarta volta nella storia della società nata nel 1953, la seconda negli ultimi due anni perché la Fortitudo e il suo manager, Marco Nanni, avevano già vinto nel 2010, a Barcellona. Allora ad alzare la coppa al cielo fu capitan Stefano Bidi Landuzzi, stanotte è stato il turno di Fabio Betto. La coppa di Claudio Liverziani, che nel 2010 non c’era e che, nonostante una carriera straordinaria, non aveva mai portato a casa una Coppa dei Campioni. Il trofeo di Jesus Matos che non aveva ancora digerito la finale del 2009, sempre a Barcellona, sempre contro il Nettuno, che si impose con il minimo scarto, 1 a 0, per effetto della sorte.
Ma se le vittorie hanno tanti padri e le sconfitte, spesso, uno solo, la Coppa dei Campioni conquistata dalla Fortitudo, a Nettuno, contro i padroni di casa, per 4 a 3, con una valida all’ultimo assalto, quando tutto lasciava presagire che si andasse agli extrainning, il trionfo Fortitudo porta la firma di Marco Nanni. Il tecnico bolognese, in sella dal 2006 (come manager), ha una particolare vocazione internazionale. E non solo perché il ct della Nazionale Mazzieri lo ha voluto al suo fianco, come bench coach, in azzurro.
Da quando c’è Marco Nanni la Fortitudo conquista sempre la qualificazione alla final four. E, non è un caso, che la Fortitudo, raggiungendo la finale di Coppa Italia (si giocherà il 21 e 22 settembre a Rimini, contro i Pirati), ha già ottenuto il pass per disputare la fase di qualificazione del 2013.
Ma è di Marco Nanni che volevamo parlare. Il tecnico gentiluomo che tiene fede alla sua parola e ai suoi principi, sia nella vittoria sia nella sconfitta.
“Ho un gruppo giovane – disse in tempi non sospetti -. Talvolta mi fa incazzare, com’è giusto che sia, perché incline ad alti e bassi. Ma questo gruppo, nel bene e nel male, con la sua gioventù, è capace di tutto”.
Ecco, Marco Nanni è stato davvero bravo. A tenere la squadra unita quando, dopo il round robin, poteva mandare a monte tutto. Già, perché la Fortitudo, chiusa la stagione regolare al primo posto, non è poi riuscita a qualificarsi per la finale scudetto. Marco non ha battuto ciglio, ha tirato dritto. Ha tirato dritto quando c’è stato un episodio di insubordinazione. Il giapponese Sato non ne voleva sapere di andare in trasferta, proprio a Nettuno, per la semifinale di Coppa Italia. Nanni si giocava la faccia davanti al resto del gruppo.
Nanni ha tenuto duro trovando una spalla efficace nella società (applausi al presidente Stefano Michelini): giapponese allontanato, squadra ancora più compatta. Fino al trionfo di Nettuno.
Come dice Marco Nanni con un paio di stranieri (se il regolamento lo permetterà) questo gruppo può diventare dominante negli anni a venire.
Impossibile dargli torto e, allora, cerchiamo di dargli una mano perché la Fortitudo B.C. 1953 possa sognare ancora