Che avrebbe detto Voltaire sul caso Sallusti?
Quando si è saputo che Alessandro Sallusti dovrà andare in carcere mi è venuta in mente una scena da’”L’Uomo che uccise Liberty Valance” (1962, John Ford). Ricordate? James Stewart avvocato idealista, John Wayne cowboy dal gran cuore, Lee Marvin-Liberty Valance, violento tirapiedi di allevatori corrotti e prepotenti. E poi Edmund O’Brien, nel ruolo grandioso di Dutton Peabody, gran bevitore ma soprattutto “direttore, redattore, tipografo e fattorino” dello Shinbone Star, il giornale del villaggio. Aveva scritto un articolo sulle prepotenze di Liberty. Chissà forse aveva esagerato, magari aveva perfino scritto cose false sul conto del bandito. Di sicuro lo aveva gravemente diffamato. Fatto sta che quando Liberty lo massacra a frustate e gli chiede di riscrivere tutto il povero Peabody, esanime a terra, coperto di sangue, raccoglie tutte le sue forze e puntandogli l’indice contro sibila: “Ricordati che la libertà di stampa è sacra”.
Ecco, ricordiamocelo tutti, che la si pensi a destra, al centro o a sinistra. In questo Paese che in quanto a incertezza del diritto starebbe meglio in Sudamerica che in Europa, in questa Italia dove la gente comune viene tartassata, vessata, stramultata e messa in galera mentre i delinquenti veri si fanno quando va bene pochi mesi di carcere, dove politici come Fiorito vengono considerati furbi, dove la privacy viene presa a pretesto per coprire porcate di ogni genere, ebbene in questo paese per la prima volta il direttore di un giornale deve andare in carcere. Non perchè ha ucciso la moglie o rapinato una banca, ma perchè ha pubblicato un articolo. Gli errori si devono pagare, certo. Li pagano anche i giornalisti americani: perdono credibilità, perdono lettori, vengono magari licenziati in tronco, cambiano mestiere, pagano danni. Ma a nessun americano verrebbe in mente di mandare in galera un giornalista per un articolo pubblicato. Nè di condannarlo a risarcimenti che non potrebbe permettersi neppure l’Aga Khan. Il punto è semplice: la necessità di difendere una libera stampa è vitale per la democrazia, e prevale sui danni che questa libera stampa può fare.
Ora vediamo se lo sconcerto esternato da autorevoli esponenti politici di destra e di sinistra si trasforma nell’iniziativa auspicata dalla Federazione della Stampa, quella di “cambiare la legge che ha provocato questo orrendo verdetto. Bastano venti minuti, in ciascuna delle Camere, per cancellare dal codice penale norme liberticide”. Tra un salto alla buvette e l’altro potrebbero anche farcela i nostri deputati d’oro. Il carcere per i giornalisti è una mostruosità in una civiltà occidentale, anche se è prassi in Cina, in Russia, in Corea, in Iran, nel Laos e in molte satrapie africane e mediorientali. Da che parte vogliamo stare? “Non sono d’accordo con le tue idee, ma darei la vita perchè tu possa esprimerle”. Che avrebbe detto Voltaire del caso Sallusti?