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Tra Baldo e Schumi

Non sono così presuntuoso da supporre che in tanti abbiano notato il mio silenzio sull’ormai celebre tweet (‘Ha la prostata’, o qualcosa del genere) dedicato da Luca Baldisserri a Michael Schumacher, post tamponamento di Vergne in quel di Singapore.

Ma sono sicuro che la mia deliziosa amica Penelope abbia compreso il senso di un tacere al quale ora, considerate le conseguenze mediatiche del caso, farò eccezione.

Mi spiego.

Il Baldo è un mio amico personale.

L’ho conosciuto quando, in Ferrari, era il capo macchina di Irvine.

Baldo è un ragazzo meraviglioso. Molto fragile e anche timido, per ragioni tutte sue. Però, è una gran persona.

Io so quanto bene vuole a Schumi.

Lo ha accompagnato, dal 2000 in poi, come ingegnere di pista. E c’era lui, a Mugello 2009, dopo l’incidente di Massa a Budapest, quando il tedesco, ultimato il test, gli confidò: scusami, ma quando salgo sui cordoli ho problemi con la vista, conseguenza della caduta in moto…

I due sono amici per la pelle. Anche quando Michael ha lasciato Maranello sbattendo la porta (eh, beh, torni a correre con Mercedes, insomma…), il rapporto di coppia non si è interrotto.

Per questo credo, sommessamente, che a Luca sia scappata una botta di allegria, quando ha ‘twittato’ (si scrive così?) quella frase infelice sui problemi del Vecchio Zio nel presente della carriera bis da pilota.

Non c’era cattiveria, non c’era astio e non c’era, nemmeno, volontà di dileggio.

Poi, si capisce, sono d’accordo: la battuta non era carina e nemmeno apprezzabile. Infatti mi pare di aver capito che il Baldo si sia scusato (anche, immagino, con il diretto interessato).

Dopo di che, allargherei il discorso.

Numero uno. Non vi sembra (parlo in generale, in assoluto) che la fantastica libertà della comunicazione on line talvolta spinga all’eccesso? Io conosco Baldisserri come le mie tasche, non se la prenderebbe con una mosca, figuriamoci se intendeva offendere uno dei suoi migliori amici (Schumi). Eppure, succede. Può succedere, quando siamo davanti ad un tablet, ad uno smartphone, ad un pc. E’ successo, più di una volta, anche a me. Ne approfitto per chiedere scusa, qui e ora, a chiunque si fosse sentito offeso per una frase (mia) che io credevo simpatica o semplicemente sarcastica, mentre invece era dolorosamente urticante.

Numero due. Domenica di Interlagos 2007. Il mondiale di Kimi. Mancavano meno di due ore alla partenza. Il Baldo, allora ancora operativo ai box Ferrari, mi invitò a pranzare nell’angolo Ferrari. Doveva parlarmi della sua vita, non del Gran Premio. Lo fece con una sincerità a causa della quale, alla fine, avevamo gli occhi lucidi in due.

Io mi alzai dal tavolo e gli dissi: vai, che andiamo a vincere ‘sto cazzo di titolo.

Lui si alzò e mi disse: tu sei un deficiente, come hai fatto a capire che Kimi ce la farà?

Voi potete pensare quello che volete, tifare per chi vi pare, eccetera.

Baldo è mio fratello. Ha vinto con Michael e con Raikkonen. Ho per lui una gratitudine senza limiti.

Un caro saluto a Penelope (e anche a Odin, sperando un giorno possa accogliermi nel suo paradiso campano).