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Haller, con Bulgarelli nel paradiso del calcio

Il primo ricordo che ho di Haller è quello della finalissima dei mondiali inglesi del 1966. Il suo gol-lampo aveva acceso le speranze dei tedeschi, sembrava un graffio destinato a lasciare il segno nella storia della partita. E invece sappiamo tutti come finì, con l’Inghilterra benevolmente pilotata verso il successo da un gol fantasma di Hurst. Haller era il genio latino, a dispetto della capigliatura color stoppia e dei lineamenti da bevitore di birra, di quella Germania. Giocava da interno destro con propensione agli inserimenti e al gol, aveva sangue caliente come molti bavaresi e una tecnica di primordine. Con le sue doti di fine palleggiatore, con le intuizioni da genio del calcio aveva già illuminato il Bologna di Bernardini, portandolo allo scudetto del 63-64 nella squadra che giocava come in paradiso.

Incalzato da Frau Waltraud, la valchiria impicciona che aveva per moglie, finì per esasperare nel tempo la sua rivalità con l’altro gioiello straniero del Bologna , il danese Harald Nielsen. La città era divisa in due partiti: chi stava con Dondolo, il centravanti che oscillava con disarmanti finte di corpo e chi col ”Tudasc”, il tedesco. Finì che a forza di sentirsi incalzare dall’insopportabile Waltraud, Haller emigrò alla Juventus per sedurre anche il pubblico bianconero con il suo calcio pieno di inventiva ma con tanti germi di mondernità.

A fine carriera si ritirò nella sua città natale, Augsburg, cambiò moglie più volte e si dedicò agli affari, dribblando malanni e acciacchi come aveva fatto per una vita con i difensori. Ma il ricordo più vivo che resta di Haller è legato ai suoi eterni ritorni a Bologna, ad ogni occasione celebrativa, dalla festa dei 40 anni dall’ultimo scudetto al centenario rossoblù. Ogni volta la squadra del paradiso era capace di stupire, perchè quei vecchi e incorreggibili ragazzi rilanciavano battute e sfottò degli anni d’oro, come se il tempo non fosse passato, come se il giugno del ’64 fosse ancora dietro l’angolo.

E al centro dell’ironia collettiva c’era ovviamente Helmut Haller, il più simpatico HH del calcio italiano, il più napoletano dei tedeschi, il più geniale panzer che la storia del pallone abbia prodotto. Adesso cercherà di duettare con Bulgarelli in un’ altra dimensione. E sarà davvero calcio da paradiso.