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ABRAVANEL / Otto regole per i giovani che vogliono costruirsi un futuro

Rimini
Un avvio che ha scaldato la platea del Teatro Novelli di Rimini dove si svolge la 43esima edizione delle Giornate internazionali di studio del Centro Pio Manzù di Rimini, dedicate quest’anno a “L’Italia incubatrice della crisi sistemica”. Nel prestigioso consesso di economisti e studiosi provenienti da tutto il mondo – riuniti come ogni anno dall’impegno civile e morale di Gerardo Filiberto Dasi – la prima voce è stata quella di Roger Abravanel, ingegnere chimico, economista, saggista. Nato a Tripoli, Abravanel è emigrato in Italia giovanissimo con la famiglia e si è laureato, nel ’63, al Politecnico di Milano alla straordinaria età di 17 anni. Personaggio vulcanico, provocatorio e entusiasta è intervenuto a Rimini sul tema della ‘meritocrazia”, uno dei punti di forza delle sue teorie. Non senza prima aver fatto ‘le pulci’ al programma portato avanti dal presidente del Consiglio Monti.
. Abravanel con questo incipit forte ha invitato i giovani a prendere in mano le sorti del Paese e a rivoluzionarne le fondamenta, a smontarne pezzo pezzo i ‘miti’ che ci condizionano tanto profondamente.
Per lui, ad esempio, non è il debito pubblico che ci sta trascinando a fondo bensì la mancata crescita. Ne riparliamo con lui durante una pausa del convegno.
- Professor Abravanel, la crisi per l’Italia arriva da lontano.
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Una lunga serie di capovolgimenti di prospettiva che hanno animato la platea composta appunto soprattutto da giovani. Ed è proprio a loro che Abravanel ha dedicato il decalogo (anzi ottalogo) per riuscire nella vita.
Ne ripercorriamo alcuni punti con lui.
- Professore, lei dice ai ragazzi “Fare il possibile per raggiungere l’indipendenza economica dalla famiglia. E anche abbandonare il prima possibile la “comfort zone”, la famiglia, il paesello, gli amici”. Perché?
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- Un’altra delle sue regole per i giovani è “investire in comunicazione”.
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Ed ecco le otto regole che Abravanel suggerisce ai giovani che vogliono costruirsi un futuro:
1) Fare il possibile per raggiungere l’indipendenza economica dalla famiglia il prima possibile. Non aspettare ‘il posto fisso’, fare intanto lavori a tempo, stagionali, occasionali ecc
2) Cercare la migliore istruzione indipendentemente dal ‘pezzo di carta’ per entrare nel mondo del lavoro il prima possibile. La migliore istruzione significa lo studio, la laurea ma anche conoscere bene l’inglese, fare esperienze, viaggiare, fare lavori che non saranno mai il vostro lavoro ecc.
3) Coltivare con entusiasmo le vostre passioni nella vita e nel lavoro. Non scegliere la facoltà in base alle presunte opportunità ma in base a ciò che si ama. Anche con la laurea in Lettere si può arrivare molto lontano e anche con la laurea in ingegneria si può non arrivare da nessuna parte.
4) Abbandonare la comfort zone, la zona dove tutto è garantito: la famiglia, la città dove si è nati, l’area dove ‘si conosce’ qualcuno.
5) Iniziare a restituire. Non partire da quello che lo Stato,la comunità deve dare ma al contrario restituire da subito: impegnarsi nelle associazioni, nel no profit, nella solidarietà. Anche queste sono esperienze formative fondamentali che mettono subito alla prova le nostre capacità.
6) Investire nella capacità di comunicazione. Oggi è fondamentale riuscire a far capire cosa si pensa e cosa si è capaci di fare. Saper comunicare è un capitolo fondamentale nella costruzione della propria carriera, anzi della propria vita.
7) Non avere paura dei fallimenti, anzi accettarne i benefici nascosti.
8) Ricercare incessantemente la meritocrazia e il rispetto delle regole. Le regole vanno rispettate non solo per una questione etica ma perché il rispetto delle regole è vantaggioso (anche se in Italia c’è una cultura che ci farebbe pensare il contrario).