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La resa dei conti

SIAMO alla resa dei conti. Ne è prova la giornata del governatore Roberto Formigoni che non risparmia proclami su twitter e passaggi sul piccolo schermo. Ma il re è nudo, scaricato dalla Lega, messo all’angolo dal segretario Alfano che gli detta l’agenda per i prossimi mesi. Si andrà alle urne e questo è l’unico dato certo, ma Pdl e Carroccio devono disperatamente tentare di arrivare all’appuntamento senza poi subire una debacle realisticamente probabile. L’opinione pubblica, quasi assuefatta al vorticoso giro di presunte tangenti e favoritismi di ogni natura, non sembra intenzionata a tollerare che sia la ’ndrangheta a decidere chi governa. Non solo pilotando i voti per favorire l’elezione dell’ex assessore alla Casa Domenico Zambetti finito in manette, ma addirittura facendo sentire il proprio peso nelle amministrazioni locali. Ne è prova il racconto di Marco Tizzoni, rappresentante di una lista civica a Rho, che ha rifiutato l’invito ad acquistare i voti necessari per essere eletto. E puntualmente ha perso.

MA CHI HA DETTO SÌ? Chi ha comprato quelle preferenze? Chi è oggi nelle mani della criminalità organizzata? Il sistema è malato e questo è quanto traspare dalle intercettazioni. La rete criminale sembra in grado di gestire il voto e di riflesso mettere le mani sulla città, sugli appalti, sulle commesse che da qui al 2015 pioveranno in Lombardia per Expo. Un teorema che Formigoni, con la sua ostinata determinazione a non volersi dimettere, rispedisce al mittente. Spiega anche che nel 2010 ha rinnovato a Zambetti una fiducia che non gli voleva accordare. Dunque sapeva dei rapporti con le cosche? No, spiega il governatore, una prassi consolidata nel tempo prima di nominare un assessore. Il leone non rinuncia alla lotta pur sentendosi accerchiato. Anche l’ipotesi di una sua ricandidatura appare incerta. Per la prima volta il governatore è alle corde. Non se la passa meglio l’opposizione che deve fare i conti con l’imbarazzante caso Penati. «Sono tutti uguali», il motivo che accomuna le decine di lettere che arrivano ogni giorno in redazione. A guadagnarne potrebbe essere il solito Movimento 5 stelle che raccoglie anche in Lombardia consensi a destra e a manca. Resta un dubbio: chi governerà la Lombardia da qui all’Expo?