Blog Quotidiano.net

Blog Quotidiano.net

I blog degli autori di Quotidiano.net, il Resto del Carlino, La Nazione ed Il Giorno online

di

Spostando le partite i club fanno felici la tv, non i loro abbonati

NON SARA’ il più bello del mondo, ma il nostro campionato resta il più sorprendente. Prendi Pittis: dopo esser stato l’unico opinionista tv ad esser sempre d’accordo con chiunque, vuol diventare sindaco di Treviso. Farebbe come Kevin Johnson, ex stella Nba, che dopo aver guidato la squadra di Phoenix oggi guida la comunità di Sacramento: classico caso di fiducia guadagnata sul campo. «Mi candiderò solo se la città me lo chiederà», annuncia Pittis. Che, come noto, ha una risposta sola. E mai contraria.

Non sarà il più bel campionato d’Europa, ma resta il più precario. Prendi Caserta: un paio di partite e sembra già sott’acqua. Lo dice Francesco Gervasio, che non è il barista del palasport ma uno dei tre soci del club: «mancano il primo, il secondo e il terzo sponsor, gli abbonati non sono aumentati e la pubblicità non arriva. Stando così le cose, non so dove troveremo le risorse per questa stagione». Dopo questa denuncia, la società, che a dispetto dei cupi scenari è già sul mercato per cercare un nuovo americano, ha precisato che Gervasio «non voleva lanciare allarmi sulla prosecuzione della stagione». Certo che no: aveva solo voglia di tranquillizzare i tifosi.

NON SARA’ il più bel campionato del Mediterraneo, ma è il più lungo: grazie alla tv, comincia il sabato pomeriggio e finisce il lunedì sera. Quest’anno sono riusciti a piazzare le partite nelle fasce orarie con gli ascolti peggiori: miglior prestazione di sempre in assenza di vento. Preoccupati di chiudere la falla col solito nastro adesivo (l’idea è spostare la partita clandestina del sabato all’ora di pranzo della domenica, dove c’è già il calcio di A), i club stanno dimenticando i loro abbonati: chi ha comprato la tessera pensando di riempirsi le domeniche pomeriggio, non è certo felice di esser sballottato tra date e orari diversi da quelli per cui aveva pagato. In Nba, all’atto di abbonarsi, è già tutto definito: qui, a sei giorni dalla partita, il pubblico di Bologna ufficialmente non sa ancora se domenica vedrà la Virtus di pomeriggio o, come è già deciso, dopo cena.

Non sarà il più bel campionato d’Italia, ma è il più paradossale. A Charlie Recalcati, gran signore della panchina che spesso veste i panni di profeta inascoltato, non è sfuggito che la Virtus con talenti del vivaio e giocatori della Nazionale «è un passo avanti: ha una visione che va al di là della singola stagione, significa programmare». Non sfugge nemmeno quanto sia triste che altri club abbiano già inserito a bilancio il premio in denaro per chi fa giocare gli italiani: li manderanno in campo non per progetto, ma per passare alla cassa. Più che programmazione, è tutto un programma.

La frase della settimana. «Sono pronto a mettere la firma sulla vittoria con la Virtus» (Sandro Santoro, general manager di Montegranaro, rivela doti nascoste di talismano).