Storie di ordinaria burocrazia
Ci arrivano ogni giorno segnalazioni di cittadini imbufaliti a causa delle bollette. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha sospeso le fatture fino al 20 novembre prossimo ma non ha ancora deciso cosa succederà da quella data in poi: si dovrà pagare tutto l’arretrato in una ‘botta’ unica? L’Autorità promette rateizzazioni e agevolazioni, stiamo a vedere e rimaniamo sul ‘chi va là’. Nel frattempo sta succedendo di tutto, tra cui casi di clamorose ingiustizie verso gli sfollati, che i gestori dei servizi chiamano ‘disguidi’. Salvo poi scaricare sulle spalle del consumatore le conseguenze di questi ‘disguidi’: soldi in più da pagare, ore perse alle poste o in fila davanti agli sportelli.
L’ultimo caso che abbiamo pubblicato riguarda un finalese con la casa semi-crollata dal 20 maggio a cui è stato addebitato un consumo stimato di acqua che si troverà sul conto corrente il 22 novembre. Secondo il gestore (che si è scusato) il cittadino si sarebbe fatto una doccia a cielo aperto, sembra una barzelletta. Le scuse sono arrivate, ma tocca poi ai consumatori mandare e-mail fax o fare file agli sportelli per dire ‘vi siete sbagliati, magari potessi fare la doccia a casa mia’.
E vogliamo parlare delle rate di mutui e finanziamenti sospesi ma su cui continuano a maturare gli interessi anche in questi mesi? Bella roba, da parte di banche e finanziarie. Tra le segnalazioni che ci arrivano, cittadini che abitano in comuni solo sfiorati dal terremoto (vedi Castelfranco e Campogalliano) costretti per forza a non pagare le rate della macchina. Salvo trovarsi poi un piccolo ‘ritocchino’ di interessi quando ricominciano a pagare. Al solito siamo davanti a contraddizioni burocratiche tutte italiane: un cittadino vuole pagare e non può.