A Rio de Janeiro l’unione fa la forza. O almeno ci prova
E’ una strategia finora mai tentata: i principali quotidiani brasiliani lasciano Google News, visto che non sono riusciti a negoziare con il motore di ricerca americano una retribuzione per l’utilizzo dei loro contenuti. Quotidiani come O Estado de Sao Paulo, la Folha de Sao Paulo e O Globo, il più grande quotidiano di Rio de Janeiro, non avranno più alcun rapporto con il colosso americano.
Questi giornali hanno deciso “di organizzarsi per fare pagare i loro contenuti online, come il New York Times, che ha adottato il ‘paywall’”, ha detto all’Afp Ricardo Pedreira, direttore esecutivo dell’Associazione nazionale dei giornali. L’obiettivo è quello di generare nuove entrate senza perdere drasticamente le quote di lettori che determinano la raccolta pubblicitaria (il modello New York Times prevede che gli utenti non possano leggere più di 20 articoli in un mese, per l’accesso illimitato all’edizione online del quotidiano l’abbonamento è di 15 dollari al mese).
La sfida lanciata dei brasiliani è molto interessante. Il mercato dell’editoria è in crisi in tutto il mondo, ma è la prima volta che diverse testate si coalizzano in una mossa di questo tipo. L’uscita di una sola testata dal sistema non avrebbe senso: finirebbe per perdere utenti, pagine viste e quindi publicità, una perdita difficilmente compensata dagli introiti dei contenuti a pagamento. Il citato New York Times, per capirci, ha scontato questo passaggio, ma può giocare non solo sul proprio prestigio ma soprattutto su un potenziale pubblico in lingua inglese che va ben oltre i confini americani.
Se una sola testata in brasiliano, tedesco, francese, italiano, coreano, ecc esce dal meccanismo, il rischio è chiaro: gli utenti troveranno comunque l’informazione sul web dalle altre testate nella stessa lingua. Ma se escono tutte insieme (o almeno le principali), cosa succede? Staremo a vedere.