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Turismo on line: ecco cosa pensano (male) di noi

Sono titolare di un piccolo albergo nel centro di Firenze, in Via Cavour, e mentre stavo ‘spulciando’ i commenti più recenti di Tripadvisor ho casualmente trovato il seguente del 21 di ottobre, postato dai clienti di un altro albergo nei pressi di Santo Spirito. Ecco quello che diceva: “The piazza is actually dispiriting.Italyhas become a huge ashtray, and people sit around on the sacred steps of Santa Spiritio drinking spirits, spitting and smoking. Ugh! The whole square is like that, and the old benches built right into the walls of the original Palazzo Guadagni are occupied daily by the dregs of theMediterranean. Not a very nice welcome home to your hotel!”  Come si evince, definisce l’Italia un grande ‘portacenere’ e riferisce di ubriachi, sputi e fumo (stende il velo sull’altro) in piazza e sul sagrato della chiesa. Come fiorentino e come operatore turistico me ne vergogno !! Ancora più triste è che pure gli stranieri se ne rendano conto e lo manifestino a tutto il mondo: sappiamo bene quale cassa di risonanza sia Tripadvisor!  

Paolo Lombardi

Quando una persona a me molto cara subì un cambio inatteso (e repentino) di vita, lo convinsi a mettersi a sedere e a scrivere tutte le conseguenze positive di quella (indesiderata) svolta. Fu difficile vedere la parte del bicchiere mezza piena, ma qualcosa si trovò. E servì. La stessa cosa andrebbe fatta per questa immensa crisi che stiamo attraversando. Cosa ci sta insegnando? Esempi: A dividere il superfluo dal necessario; a capire di cosa abbiamo davvero bisogno o ci rende felici; a concentrare le energie; a cercare risorse e idee che non credevamo d’avere; a puntare sulla qualità per battere la concorrenza; a scoprire che il  lavoro delle donne salva l’economia; a insegnare ai figli a cavarsela anche senza le scarpe di marca; a dare ai soldi il valore che hanno. E potremmo continuare a lungo (fatelo voi e mandatemi il vostro elenco). Ma c’è un’altra possibile conseguenza positiva: doversi dare da fare per arrivare dove gli enti pubblici – per mancanza di risorse economiche o umane – non possono più arrivare. Potremmo imparare che evadere le tasse peggiora i servizi, che mettere la macchina in seconda fila manda in tilt il traffico, che tenere sporche le strade e le piazze annienta il turismo di qualità e quindi l’economia fiorentina. Chi già lo fa sa che poi è il primo a scattare quando vede qualcuno che, fregandosene, vanifica i suoi sforzi. Da dove cominciamo? Per esempio da piazza Santa Spirito. Avete qualche idea?