Inter troppo forte, ma il Bologna ha lo spirito giusto
Solida, micidiale, contropiedista come ai tempi del grande Helenio Herrera. Contro un’Inter così è difficile spuntarla e il Bologna deve inchinarsi alla qualità e al cinismo di un’avversaria che veleggia a 4 punti dalla Juve capoclassifica. Un po’ di cifre aiutano a capire meglio le qualità della banda Stramaccioni. Col successo di Bologna sono 7 le vittorie consecutive dei nerazzurri fra campionato e Coppa. Nelle trasferte italiane l’Inter ha vinto cinque 5 volte su 5 e ha incassato un solo gol, proprio a Bologna.
Il merito è della zuccata di Cherubin, su azione di calcio d’angolo, che fissa il momentaneo 2-1 per i nerazzurri, riaccendendo per sei minuti le illusioni di recupero del Bologna. Fino all’ennesimo graffio di quell’iradiddio di Cambiasso, bravissimo a scucchiaiare palla sopra le braccia di Agliardi, trasformando in oro un invito verticale del solito Palacio. E’ un’Inter che impressiona per essenzialità, senso tattico e strategia. Contro il Bologna Stramaccioni rinuncia in partenza a Cassano per schierare Mudingayi quasi a a uomo su Diamanti, fonte del gioco rossoblù. E chiede a Cambiasso di sdoppiarsi fra centrocampo e attacco, con puntate in verticale che risulteranno fatali al Bologna.
La squadra di Pioli esprime il meglio del suo potenziale di gioco, ma non basta per contrastare quest’Inter. Eppure il Bologna ha il merito di lottare fino al 95′, di non arrendersi mai, di cercare con ostinazione un raddoppio che non arriva. Il modulo di gioco è il 4-3-1-2 annunciato col terzetto di centrocampo composto da Taider, Pazienza e Guarente. Con palla il movimento l’Inter del primo tempo non è mai pericolosa, mentre il pressing del Bologna frena ogni accenno di manovra nerazzurra. Ma sui calci da fermo la squadra di Pioli soffre e Ranocchia fa valere la sua statura, incornando in gol da posizione impossibile con un’ elevazione che lo porta mezzo metro sopra Antonsson. Il Bologna si riaccende vivace nella ripresa con Gabbiadini esuberante a cercare intese con Gilardino, Diamanti generossissimo su ogni palla, Morleo pronto a spingere sulla fascia. Più involuto del solito Taider, molto attenti Pazienza e Guarente. Il gol subìto in contropiede dopo 8 minuti della ripresa evidenzia qualche lentezza difensiva in Garics, che non riesce a chiudere su Milito, ma la palla filtrante di Palacio è un capolavoro.
Nel finale, quando un 3-1 decisamente troppo pesante condanna il Bologna, Pioli, mette dentro Krhin, Paponi e Kone alla ricerca di un’impresa impossibile. La squadra sfiora il gol, lotta con furia e orgoglio ma non riesce andare oltre i propri limiti e la forza dell’avversario. Segnare un gol all’Inter di questi tempi è già un’impresa e se lo spirito sarà lo stesso di oggi, il Bologna può uscire dalla crisi di risultati che lo attanaglia. Peccato che il calendario ora reciti: Juventus e Udinese in una settimana.