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Fiorentina e arbitro stroncano le ali all’aquila

Due gol fantastici e vittoria sonante contro una signora Lazio: apriti cielo! Infatti. C’è voluto che il cielo si aprisse rovesciando il primo, gelido diluvio della stagione, per far sentire finalmente grandi la Fiorentina e i suoi tifosi coraggiosi, disposti a tutto pur di non perdersi la festa.
Ai “furmini”, come da copione, ha pensato Toni in un finale convulso con l’aquila di Petkovic ormai definitivamente spennata: espulsi Ledesma per doppia ammonizione e poi Hernanes, piombato come un tir impazzito su Cuadrado. Ma a sferrare il primo colpo da ko è stato Ljajic, uno che si fa il mazzo da mesi ma che nel frattempo si era fatto anche tanti nemici proprio perchè sbagliava i gol. Ora li ha messi tutti a posto. E insieme a Toni, chissà se inconsapevolmente o no, ha messo in fila anche gli attaccanti viola lanciando un messaggio inconsapevole all’amico Jovetic: in questa Fiorentina non esistono intoccabili e non basta il talento innato a convincere un allenatore che da attaccante ha costruito tutte le sue conquiste con il sacrificio e il sudore. Tutto ciò, insieme al risultato, autorizza a pensare che il bello per i viola cominci adesso. Nel senso che la squadra ha dimostrato di essere matura abbastanza per mordere anche chi sta davanti in classifica, e Montella volendo ha tutte le carte e gli uomini in regola (compreso Aquilani) per sperimentare soluzioni alternative,
In attesa di sviluppi Firenze si gode il primo successo davvero importante della stagione, che accorcia dalla distanza dal gruppo di testa e apre nuovi scenari nella corsa all’Europa League.
I meriti dei viola però non possono far passare in secondo piano altri clamorosi errori arbitrali, dopo la disastrosa domenica di Verona. Cambiano il protagonista, stavolta Bergonzi, e la squadra penalizzata che è quella avversaria ma sono errori che come una settimana fa pesano in misura decisiva sul risultato. Convalidato il gol di Ljajic nonostante la posizione irregolare di Jovetic, annullato quello di Mauri che dalle immagini tv sembra regolare, ignorato il braccio largo di Cuadrado in area, risparmiato a Tomovic il secondo giallo che invece è costato a Ledesma l’espulsione.
Ed è vero che a un certo punto i laziali hanno cominciato a picchiare duro, forse anche innervositi dalla direzione di gara. Ma ciò non giustifica errori di tale portata. Nè può consolare il fatto che di solito torti e favori si compensano: avanti di questo passo, cosa succederà nel girone di ritorno quando negli scontri diretti ci si giocherà una stagione intera?
Nel frattempo la Lazio si lecca le ferite, ancora più dolorose perchè la frenata indotta è arrivata proprio nel momento in cui stava rialzando la testa. Operazione non facile, tra l’altro, dopo essere stata quasi umiliata nel primo tempo da una Fiorentina tosta, ordinata, equilibrata nonostante l’assenza di uomini importanti come Pizarro e Roncaglia, pronta a sacrificarsi ma anche a divertirsi con scambi in velocità e giocate eccellenti. Da videoteca sia il gol di Ljajic che la girata di Toni. Ma questa vittoria si fonda anche sul grande sacrificio di Borja Valero a centrocampo, sulla sapiente difesa di Gonzalo, sul’esperienza di Pasqual che sa sempre quando è il momento di non rischiare e quando quello di osare.
Non c’è stata partita, fino all’intervallo, e l’andamento complessivo della ripresa è servito alla Fiorentina per testare la tenuta agonistica e mentale alle difficoltà. Il gol di Mauri poteva rimettere tutto in discussione, ma c’era stato anche il rigore sbagliato da Mati che per stabilire una superiorità di fatto vale sicuramente più della clamorosa occasione fallita da Klose. Con un arbitro all’altezza, insomma, sarebbe stata una domenica perfetta.