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Il Pagellone di Budda

E andiamo con il pagellone indiano, adesso.

10 ALONSO. Ormai venticinque anni fa (madonna, quanto tempo è passato!) Alberto Tomba vinse la sua prima gara di Coppa del Mondo. Destino volle che mi toccasse in sorte seguirne la carriera. Un colpo di fortuna: per un lungo periodo, AT fu quello che poi Valentino ha rappresentato per il motomondiale e il povero Pantani per il ciclismo.

Ancora e ancora, per mille volte, all’epoca, mi sono trovato a discutere con amici che proprio non sopportavano il carattere, lo stile esistenziale, le parole, il modo di essere di Albertone. Io semplicemente rispondevo: sì, vabbè, su questi argomenti pensatela giustamente come volete, ma quando valutate lo sciatore stop, è un grandissimo.

Penso che la stessa logica dovrebbe essere applicata a Fernando. Può piacere o non piacere l’uomo, però è un campione. Sostengo da mesi e mesi che non ha mai guidato tanto bene, in carriera, come nel corrente 2012.

Sulle sue frasi del sabato indiano già mi sono espresso. Per indole, io preferisco l’atteggiamento di Schumi o Raikkonen, mai polemici in pubblico nei confronti della Scuderia. Al tempo stesso apprezzo la sincerità (a maggior ragione, visto che io penso la stessa cosa). Aggiungo che Vettel talvolta ha quasi sfanculato la Red Bull ‘ao vivo’, Hamilton con la McLaren non ne parliamo.

Segnalo l’assenza di sdegnate reazioni.

Forse per Alonso (sempre lui) debbono valere parametri diversi. O forse la Ferrari è come quel prodotto pubblicizzato dal Gatto Silvestro: oh no, su De Rica non si può…

Oppure, sarebbe meglio dire che alcuni (una minoranza) non sopportano proprio lo spagnolo, perchè non hanno dimenticato taluni suoi ‘precedenti’, intesi come atteggiamenti ostili nei confronti della Ferrari.

E infatti (forse l’ho anche scritto, nel 2009, ma la memoria vacilla) l’errore di Montezemolo e Dom non fu l’assunzione di un campione quale Fernando certamente è. L’errore fu non chiedergli, tre anni fa, una dichiarazione semplice semplice: scusate, quando si è giovani capita di esagerare (eufemismo) e io ho esagerato (eufemismo).

Non sarebbe stata una abiura, ma una semplice, candida ammissione.

E ci saremmo risparmiati tanti mal di pancia, suppongo.

10 e lode VETTEL L’ultimo pilota che avevo visto di pirsona pirsonalmente  trionfare in 4 Gp consecutivi si chiamava Senna. Io penso che, in certe condizioni, Seb somigli molto ad Ayrton e anche a Schumi. Però finora non l’ho mai visto fare cose del tipo Senna a Donington o Schumi in Argentina nel 1998 (anzi, nel caso di Michelone potrei citare, stando basso, almeno una dozzina di successi ottenuti con monoposto inferiore ad almeno un avversario). Non gli tolgo nada, con questa osservazione. Così come, fino a Singapore, su 14 Gp non è che Vettel sia stato stratosferico, almeno secondo me.

Dopo di che, il mondiale lo porta a casa lui e pace.

7 SENNA. Il nipote, intendo. Non me ne sono occupato quasi mai. Un po’ per pudore, un po’ per mancanza di esibizioni, come dire, consistenti. Però sul circuito di Budda mi è piaciuto, al di là del risultato. Paradossalmente, forse è stato danneggiato dal nome che porta e che usa. Si fosse fatto chiamare Lalli, può darsi che lo avremmo apprezzato di più.

RAIKKONEN. Qui non metto il voto, lascio the mission impossible all’ottimo Abramo Lo Eretico. Mi diverto troppo a leggere le sue calandrinate.