Ricordi dal terremoto
Si chiama ‘Magnitudo Emilia’ un bellissimo libro di testi e fotografie realizzato da Luigi Ottani e Annalisa Vandelli. Sarà in vendita nelle librerie e una parte del ricavato andrà alla Protezione civile locale che deciderà quale progetto finanziare. E’ una delle tante iniziative di solidarietà, ma mi ha colpito molto la forza e il significato contenuto nelle foto di Ottani e nei testi di Vandelli, entrambi modenesi. Entrambi coinvolti nell’urgenza di raccontare quello che ha vissuto la nostra gente: un racconto in prima persona, a differenza di quello che può essere il racconto di una guerra o di una calamità naturale lontana dal nostro Paese.
Tra le tante immagini del terremoto che ho in testa, la più viva e scioccante riguarda la mattina del 29 maggio. Sono arrivata davanti all’Haemotronic di Medolla, c’era un sole bollente, il capannone era un cumulo di macerie. C’era un ragazzo nel parcheggio che piangeva. <Cos’è successo?> gli ho chiesto. <E’ venuto giù tutto, siamo scappati ma forse qualcuno è ancora dentro>. E’ arrivato in macchina il fratello di Matteo Serra, ha chiesto notizie al collega. <Ah, Matteo, non lo so, non lo so> ha risposto lui piangendo. Il fratello di Matteo Serra aveva un’espressione durissima e immobile. Sopra le travi e le pareti bianche crollate, un pompiere camminava lentamente e chiamava per nome i ragazzi. <Paolo?!! Paolo mi senti?!!!Paolo rispondi!>. Aspettavamo lì davanti, io, il fotografo, i pompieri. Tutti zitti per sentire anche un piccolo rumore. Non sapevamo se lì sotto c’erano dei morti o dei vivi, non sapevamo cosa aspettarci da un momento all’altro, non sapevamo se lì sotto c’era qualcuno ancora vivo che non riusciva a parlare per chiedere aiuto o a respirare. La tragedia era lì davanti, accartocciata ed enorme e questa è l’esperienza che mi ha scioccato di più, dal 20 maggio ad oggi. Somno rimasta lì davanti per due giorni, finchè non hanno tirato fuori i corpi di quattro dipendenti.
Se volete scrivete in questo spazio l’immagine che voi non vi dimenticherete mai più. Che può essere anche positiva, come la solidarietà. Andrebbero raccolti tutti in un libro, questi fotogrammi. Il libro di Vandelli e Ottani è un buon inizio.