La manovra? Dipende
La manovra bis? Dipende. Abituati al rigore del professor Monti e a una schiettezza ruvida, anche apprezzabile, in materia di conti, non possono che sorprendere le affermazioni del premier dimissionario sull’ipotesi di una nuova manovra. Dice: «Escludo una manovra correttiva dei conti, ma non escludo niente in certi casi di esito del voto». Ce n’è abbastanza, ovviamente, in campagna elettorale per farsi saltare alla gola dagli avversari e far passare in secondo piano la proposta politica, o le promesse se preferite: riduzione dell’Imu a partire da quest’anno con un aumento delle detrazioni sulla prima casa da 200 a 400 euro, il raddoppio delle detrazioni per figlio a carico da 50 a 100 euro per figlio, l’introduzione di una detrazione di 100 euro per gli anziani che vivono soli. Tutto fino a un massimo di 800 euro. Il costo stimato e’ di 2,5 miliardi”. Riduzione coperta dal «contenimento della spesa corrente primaria pari a circa 3 miliardi». Quanto all’Irap il premier propone l’”eliminazione del monte salari dalla base imponibile Irap. «Sono 11,5 miliardi di imposta in meno incinque anni sulle imprese». Promesse? Propaganda? Imprese possibili? Della risposta, per ora, rimane impresso solo quel “dipende“.