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Mario Berlusconi e Silvio Monti

Promette il taglio delle tasse, assicura un intervento personale a beneficio dei terremotati, dice che l’Italia potrà evitarsi una manovra aggiuntiva solo se a palazzo Chigi ci sarà lui, delega al proprio ministro dell’economia (che pure non ama) l’ultima parola sui temi più delicati, scarica sui partiti che lo sostengono l’inerzia del proprio governo rispetto all’intervento francese in Africa: chi è? Errore, non è lui. E’ l’altro. Non è Silvio Berlusconi, ma il suo alter ego: Mario Monti. Che ieri ha dato prova di quanto il morbo del «populismo» sia contagioso. Soprattutto sotto elezioni. Sulle tasse, argomento principe di ogni campagna elettorale, il Monti ancora ‘tecnico’ lo scorso 23 dicembre era stato categorico: chi promette tagli o riduzioni è «un illusionista», perché dopo appena un anno le imposte tagliate andrebbero reintrodotte raddoppiate. Il Monti politico ieri ha invece promesso tagli fiscali per una trentina di miliardi. Perché non procedere, allora, essendo Monti ancora premier? Forse perché il Monti politico teme sia vera la previsione del Monti tecnico e si aspetta che i 30 miliardi di tagli diventino 60 miliardi di tasse nel 2014. Non solo. Con i fischi dei terremotati emiliani che gli ronzavano ancora nelle orecchie, il ‘Professor ghe pensi mi’ ha annunciato un proprio interessamento diretto a favore di chi ha avuto la casa distrutta: quantomeno sospendere il pagamento del canone Rai. «Me ne occuperò oggi stesso», ha detto. E perché non ieri? Andiamo avanti. C’è quella seccante questione del Monte dei Paschi di Siena. Questione spinosa, per Monti, che intacca la credibilità del suo futuro alleato, il Pd. E infatti, prudentemente, il Professore la evita. Se ne occuperà il ministro Grilli. Sempre ieri, un’altra perla. Ad Omnibus gli chiedono per quale ragione l’Italia non abbia assecondato la richiesta francese di un supporto logistico per la missione militare in Mali. Risposta: perché Pd, Pdl e Udc erano contrari. Sarà, ma non risulta. Bersani si era detto favorevole, Berlusconi e Casini non ne hanno mai parlato e in ogni caso se una cosa va fatta la si fa. Non era questa la filosofia politica del Monti tecnico? Non è andata così anche sull’Imu? Risulta invece che ad essere contrario all’intervento in Mali era il ministro Riccardi, fiero animatore della lista Monti… Ne emerge così il profilo di un premier debole, che sembra ambire all’irresponsabilità politica. Un altro.