Per l’assistenza agli anziani bisogna ripartire dai bisogni delle famiglie
E’ stato un incontro raro e importante, quello di giovedì scorso nell’auditorium della Nazione. Non solo perché abbiamo riunito quasi tutti i soggetti pubblici e privati che si occupano degli anziani (e non solo) non autosufficienti, compresi i parenti e le associazioni dei malati cronici. Ma perché dopo essersi ascoltati, confrontati, perfino piaciuti, hanno parlato una lingua comune. Ecco, in estrema sintesi, cosa è uscito dall’incontro.
Primo: Firenze e la Toscana ha percentuali altissime di grandi anziani (ultraottantenni).Questo significa che la società/sanità funziona e che però il numero di malati cronici è destinato ad aumentare: si muore meno ma abbiamo più bisogno di assistenza.
Secondo:per effetto di questi dati, il capitolo della sanità non può essere disgiunto da quello del sociale. Esempio: garantire compagnia a un anziano significa mantenerlo arzillo, sano, meno costoso per il sistema sanitario.
Terzo: il modello rigido proposto fino ora — o a casa o in Rsa – non funziona più, non basta, non risponde alle infinite possibilità di sopravvivenza che ogni famiglia, ogni caso, può proporre. Quindi ci vuole elasticità e perfino fantasia, ci vuole un sistema che sappia ascoltare i bisogni delle singole famiglie e che a ognuna di loro – per quanto possibile – dia la risposta appropriata. Esempi: è inutile mettere tutte le risorse sul contributo-badanti se poi serve di più un fisioterapia o qualcuno che pulisca la casa o tutte le cose insieme.
A questi patti, e con questa duttilità, si può davvero provare ad applicare quei fortunati modelli socio-sanitari che puntano a tenere gli anziani e i malati cronici a casa il più a lungo possibile (facendo fra l’altro risparmiare il sistema pubblico).
Ultima cosa: i privati che gestiscono le residenze per anziani, i parenti dei disabili o dei malati cronici, le associazioni, sono importanti almeno quanto gli assessori e i dirigenti. Sono quelli che, vivendo in trincea, trovano spesso le soluzioni più innovative e magari anche più economiche. Privarsi del loro contributo non sarebbe furbo.