Blog Quotidiano.net

Blog Quotidiano.net

I blog degli autori di Quotidiano.net, il Resto del Carlino, La Nazione ed Il Giorno online

di

Salviamo il calcio

Il gioco del calcio è vecchio, decrepito, superato e rischia di snaturarsi in un mero show televisivo come il wrestling. Gli stadi italiani sono vecchi, decrepiti, superati e spesso semivuoti. Il sistema arbitrale è vecchio, decrepito, superato, molto fallibile e viene percepito come profondamente ingiusto.

Gli scudetti sono vinti sempre dalle stesse squadre, Juventus, Milan e Inter; quando sbuca l’outsider, come fu per il Cagliari o il Verona, si grida al miracolo.

Dal 1898 a oggi, al di fuori dei tre top team, il Genoa ha vinto 9 volte, Torino e Bologna 7, Roma 3, Fiorentina, Napoli e Lazio 2, Samp 1. Dunque, equilibrio zero. Avanti di questo passo anche i più accaniti tifosi si disamoreranno di questo sport che richiede sempre maggiori investimenti a fronte di introiti risibili (escludendo la triade).

Per la maggior parte dei campionati, si sa già in partenza chi vincerà lo scudetto e, comunque, al massimo è una corsa a due: vedi Inter-Milan, Inter-Juve, Juve-Milan, Juve-Napoli… Delle venti squadre iscritte alla serie maggiore, più di 15 sanno benisssimo che non vinceranno mai lo scudetto.

Non solo. Quelle che hanno la “disgrazia” di qualificarsi in Europa League, rischiano di finire male nel campionato successivo, in quanto non sono in grado di sostenere le due competizioni in contemporanea.

Altre squadre (poche) prendono atto di questa realtà e badano a fare soldi scoprendo talenti e rivendendoli a caro prezzo: vedi Udinese.

Solitamente, nelle ultime giornate ci sono squadre che badano soprattutto a non farsi troppo male, preferendo un comodo status quo che garantisce la salvezza.

Ebbene, tutto questo deve finire.

Anche il calcio deve entrare nel Terzo Millennio. Lo sport più amato dagli italiani (e nono solo) si merita di meglio di una lunga e lenta agonia.

Che fare?

Occorrono nuovi stadi, le tecnologie in campo come la moviola, un  “draft” come nell’Nba dove anche le piccole squadre possono avere dei fuoriclasse, un tetto per gli ingaggi, una serie A con meno partecipanti (massimo 18 squadre) divisa in regular season e playoff e playout.

Se così fosse stato quest’anno, per esempio, i giochi sarebbero ancora aperti perché la Juve non sarebbe ancora campione d’Italia ma dovrebbe giocarsela quantomeno con Napoli, Milan, Fiorentina e magari anche con Udinese e Lazio.

Pensiamo solo a cosa sarebbero dei playoff a questo punto: un torneo nel torneo con tutto ciò che ne consegue in termini di interesse, passione, tifo e – perché no – anche soldi. Non solo. In questo modo i “poteri forti” del calcio avrebbero meno potere perché ci sarebbe una maggiore oggettività e a decidere non sarebbe più l’errore umano di un arbitro magari fuori forma, ma il campo.

Come ai vecchi tempi quando il calcio divenne lo sport più amato degli italiani.