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Gli italiani migliori

Nonostante le difficoltà che comporta tenersi aggiornati sotto l’ombrellone, con il vento che fa volare le pagine e il sole che trasforma l’iPad in uno specchio, si riesce, nonostante tutto, a capire che gli italiani che leggono il giornale sono migliori degli italiani che sono sul giornale, a cominciare dai politici. Vista con un po’ di distacco vacanziero, il che non nuoce, la politica e tutto quello che ogni giorno si inventa risulta disordinata, sconclusionata, ovvero senza una conclusione, e priva di una logica. Comunque relegata nell’effimero di scontri tra partiti, senza avere il respiro di un disegno con un inizio e una fine, unici segnali che possano indicare una seria volontà di fare. La prima considerazione, che mi pare si possa fare, è sottolineare la compostezza e l’autocontrollo dimostrati dagli italiani. I commentatori fanno a gara a dipingere a tinte fosche la situazione, «drammatica» anche per Renzi, ma nessuno si avventura nel prevedere che in autunno ci saranno le barricate nelle strade, il che fa ritenere che l’Italia, nonostante ci siano in giro pericolosi gruppuscoli paraterroristici, è sotto controllo dal punto di vista sociale. E per chi avesse conosciuto epoche ben più tragiche e difficili questo non può che costituire motivo di rassicurazione.

Rimanere lucidi e calmi è un buon modo di porsi davanti ai gravi problemi. Quest’anno si possono fare vacanze solo di pochi giorni? Se ne fanno di quanti ci è possibile. Non possiamo permettercene nemmeno uno? Rimaniamo a casa. Questo è, per restare a questi giorni, quel che sta accadendo nel Paese. In attesa di giorni migliori. Quel che invece non si capisce è il comportamento della politica, che appare a dir poco schizofrenico, perché per ogni ipotesi di soluzione ne propone sempre una contraria. Facciamo la riforma del lavoro, no, lasciamo tutto com’è, facciamo la riforma della giustizia, no perché sarebbe un attentato ai magistrati, e così non si muove una foglia, e se dico politica senza indicare questo o quel partito, lo dico in modo consapevole, perché alla fine quel che conta non è chi dice sì e chi dice no, ma il risultato che è il niente. Con responsabilità di tutti, ovviamente in misura maggiore della sinistra che è al governo e in misura minore della destra all’opposizione. Ma di tutti.

Gli allievi della scuola di addestramento americana della Navy Seal, le unità speciali, tra le varie prove devono affrontare anche quella degli squali e rimanere una notte nelle acque davanti a San Diego che sono infestate di pescecani. Gli addestratori insegnano agli allievi che nel caso se ne avvicinasse uno dovranno rimanere immobili e non manifestare paura e se nemmeno questo bastasse aspettare che lo squalo sia molto vicino e sferrargli sul naso un violento pugno che lo farà fuggire. La lezione non è tanto che il mondo è pieno di squali, il che è vero, ma che davanti ad essi bisogna essere forti, contare sulle proprie risorse, non sull’aiuto degli altri. E non agitarsi.
Invece siamo assediati dagli squali e i partiti fanno solo tanto chiasso. Esattamente il contrario di quel che dovrebbero fare. Perciò ci vorrebbe da parte di tutti più serietà e lungimiranza.