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Pensioni, Renzi smentisce il ministro Poletti. E Poletti che fa, resta?

“I giornali d’agosto sono pieni di progetti segreti del governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il governo. #nonesiste #maddeche”.

Stamani presto il premier Renzi, in vacanza al Forte dei Marmi (ma domani sarà già in visita in Iraq) si è finalmente deciso con un tweet a smentire le indiscrezioni su una presunta trattativa con Bruxelles per allentare il patto di Stabilità ma soprattutto l’intenzione del governo di intervenire con tagli sulle pensioni superiori a 3.500 euro netti.

Ora il premier avrebbe avuto ragione a fare quel tweet (poi ne ha fatti altri due per dire che il prossimo Cdm si occuperà di giustizia, infrastrutture e scuola) se ad inventarsi tutto fossero stati i direttori dei “giornali d’agosto” frastornati (come usano spesso pensare i politici) da improvvisi colpi di calore.

Ma il problema (soprattutto per Renzi) è che a riempire (tuttora) paginate di giornali erano state (e sono ancora) le parole del suo ministro del lavoro Giuliano Poletti che in un’intervista al “Corriere della Sera”, la mattina del 17, se n’era uscito bellamente con la storia del taglio alle pensioni non solo d’oro ma, abbassando l’asticella dell’obbiettivo da colpire, anche d’argento, di bronzo e perfino di latta.

Il che da subito aveva sollevato durissime reazioni un po’ da tutte le parti. Reazioni e critiche che imperversano ancora: da parte del Nuovo Centro Destra, da parte di Forza Italia, da parte di vari giornali d’agosto, da parte di illustri commentatori, da parte anche di alcuni sindacati (Cisl e Ugl). Senza contare le proteste di un’infinità di pensionati ai quali il fisco, mese dopo mese, non fa risparmiare neanche un centesimo.   

No, non deve essere stata una bella vacanza quella di Renzi al Forte dei Marmi. Essersi ritrovato il 17 mattina a leggere quell’intervista a Poletti che, al ritorno dei giornali in edicola dopo la pausa di Ferragosto, aveva riacceso con le sue esternazioni tutti i riflettori della politica, deve essere stato un vero colpo. No, non deve essere stato piacevole sentir piovere addosso al governo da lui presieduto violenti attacchi da destra e da manca.

Immagino, conoscendo un po’ il suo  temperamento dopo questi cinque mesi di premierato, quanto Renzi debba aver patito a non smentire immediatamente i progetti contro le pensioni avanzate dal suo ministro.

Immagino quanta pazienza gli sia stata necessaria per non mandare al diavolo pubblicamente (anche se secondo me l’ha fatto in privato) quel ministro che, per prendersi un po’ di ribalta, aveva innescato una bufera così clamorosa. Forse la prima grande bufera che investe la sua leadership. Davvero imbarazzante essere al Forte in vacanza e assistere a tutto questo.

C’è ovviamente chi sostiene che quell’uscita sulle pensioni sia stata orchestrata da Renzi che avrebbe mandato in avanscoperta il ministro Poletti per lanciare la bomba e assistere alle reazioni che suscitava. Per vedere se, quello del taglio delle pensioni, era un percorso percorribile o meno.

Io penso invece che dietro le parole di Poletti non ci sia stato Renzi. Probabilmente negli ambienti governativi e ministeriali potrebbero anche avere parlato di come reperire qualche milione di euro assolutamente necessario per non dover fare un’altra manovra, probabile che se ne sia parlato anche con Renzi, ma certamente (secondo me) nessuno aveva dato mandato al ministro Poletti di sparare una bordata del genere in un’intervista.

E poi secondo voi, un premier come Renzi che sa perfettamente come sfruttare al massimo le opportunità offerte dai media (giornali, tv internet, tweet, ecc,) avrebbe fatto scoppiare una bomba come quella del taglio delle pensioni su un “giornale d’agosto”? Avrebbe voluto turbare con quella clamorosa notizia migliaia e migliaia di pensionati (e quei milioni di parenti che girano intorno a loro) intenti a passare qualche ora di serenità o di frescura sotto gli ombrelloni o in qualche pensione in montagna? No di certo.

Ecco perché quindi Renzi ha dovuto aspettare due giorni per twittare qualcosa, qualcosa comunque che smentisce il progetto di Poletti. Ecco perché non mi meraviglierei se Poletti, smentito dal suo Premier, dovesse pensare a possibili dimissioni. Ecco perché non mi meraviglierei se in un possibile e autunnale rimpasto di governo Giuliano Poletti dovesse rimanere fuori e dovesse tornare ad occuparsi da privato cittadino di Coop e dintorni.