L’invadenza dei cellulari va fermata
LA NOSTRA LETTRICE ci permetterà di offrirle qualche arido ma eloquente dato sulla diffusione dei cellulari in Italia. Risaliamo alla quasi preistoria. Nel 2003, un’indagine Istat rilevava che, fra il 1997 e il 2002, erano quasi triplicate le famiglie italiane che si erano dotate di cellulare. Secondo la stessa indagine molti italiani si erano disfatti del telefono fisso per utilizzare solo il portatile. Si era passati dall’1,8 al 13,1 per cento, da 387.000 utenti nel 1997 a 2 milioni a 88.000 nel 2002. Nel 2005 l’Italia aveva sorpassato il Lussemburgo per diventare il Paese europeo con la più alta concentrazione di telefonini: 109,42 ogni cento abitanti. Al mondo il Belpaese era secondo solo ad Hong Kong (con 114,53). All’inizio del 2013 il rapporto Nielsen sulla diffusione dei device mobili in dieci Paese presi in esame (con un campione di 1632 utenti) accertava che il 97 per cento degli italiani sopra i 16 anni utilizzava un telefono cellulare. Tutto questo non per amore di statistica, ma per dire alla nostra lettrice che siamo un Paese di telefono-dipendenti. Il cellulare è sicuramente utilissimo per tutta una serie di ragioni, pensiamo a un pericolo, a una qualsiasi emergenza. Gli psicologi ci insegnano che può essere uno strumento utile per colmare momenti di vuoto, di solitudine. Dunque , c’è un solo antidoto contro l’uso smodato, eccessivo, invadente del cellulare: si chiama educazione. Lo sappiamo, è un concetto che può sembrare remoto, inattuabile di questi tempi, quando capita di sentire squillare un telefonino anche in chiesa, a un funerale, a un concerto. Ma è l’unico rimedio. Che qualcuno lo insegni (educatamente) ai cellu-maleducati. Una buona notizia per i pendolari. Decolla il Coradia, il nuovo treno per i passeggeri della linea Milano-Lecco-Sondrio-Tirano. Il viaggio inaugurale (ma con regolare servizio viaggiatori) del treno 2556 sarà oggi, con partenza da Milano Centrale alle 10.20, fermate a Monza (10.31), Lecco (10.59), Sondrio (12.19) e arrivo a Tirano alle 12.50.
gabriele.moroni@ilgiorno.net