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Chiamparino: “Regioni, scure su rimborsi, indennità e premi”

Intervista pubblicata su QN (Carlino, Nazione e Giorno) del 15/11/2014

MATTEO Renzi, in riferimento allo scandalo spese pazze in Emilia-Romagna, ha chiesto alle Regioni un segnale di dignità. Come vi muoverete?
«Intanto le Regioni hanno cancellato i vitalizi – dice Sergio Chiamparino (Pd), presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni – e sono anche pronte a trasformare i rimborsi ai consiglieri regionali».
Stefano Bonaccini (Pd), se diventerà governatore dell’Emilia-Romagna, si è impegnato a cancellarli.
«Giusto. In Piemonte, dopo gli scandali, è già stato fatto. Le Regioni dovrebbero trasformarli in servizi».
Cioè?
«Il consigliere non si prende il rimborso spese, ma sarà il gruppo che lo utilizzerà per comprare computer o potenziare la comunicazione via web o altro».
C’è poi la questione dei premi per i dirigenti regionali, prevista per legge.
«In questo caso non posso dare torto a Brunetta, l’autore della legge. La logica premiale è corretta, il problema è se viene estesa a tutti come salario aggiuntivo. La colpa, quindi, è di chi ha ‘spartito’ bonus a pioggia, indipendentemente dal merito».
E con le indennità di governatori, assessori e consiglieri regionali, invece, come la mettiamo?
«Ci impegneremo ad anticipare la modifica della Costituzione così da adeguare le indennità dei componenti degli organi regionali a quelle dei sindaci dei Comuni capoluogo».
Quindi, in pratica, quanto si taglia?
«Il 35-40 per cento. Così facendo, prendendo ad esempio il risparmio per il Piemonte che ammonterebbe a circa 2/3 milioni all’anno, si arriverebbe a un risparmio totale per le Regioni di circa 80/100 milioni».
Un passo minuscolo rispetto ai 4 miliardi di tagli chiesti dalla Legge di Stabilità del governo…
«A parte che i tagli a nostro carico sono 5,780 miliardi considerando il miliardo che ci ha messo in conto il governo Monti e i 780 milioni dell’esecutivo Letta…».
Ecco, appunto. Cento milioni su quasi 6 miliardi sono una goccia in mezzo al mare.
«Il grosso degli sprechi, infatti, deriva dalla sanità».
Dalla sanità la scure fino a che punto potrebbe arrivare?
«Considerando che il Piemonte – considerata una Regione ‘media’ – spende in tre anni circa 300 milioni di euro in più del dovuto sui circa 11 miliardi del bilancio totale, si può dire che gli sprechi medi ammontino a circa il 3 per cento».
Su scala nazionale quanto valgono?
«Otto miliardi, circa, in tre anni. Cioè, in pratica, 2,6 miliardi all’anno».
Quindi la prossima settimana chiederete al governo di dimezzarvi l’entità dei tagli?
«Il nostro sforzo massimo è questo: 2,6-3 miliardi, di più sarebbe insostenibile».
Renzi è d’accordo?
«L’ho visto qualche giorno fa in direzione Pd e mi sembrava ben disposto a un’intesa da tradurre, poi, in emendamento».
Sul piatto c’è anche l’impegno, da parte delle Regioni, di non alzare le tasse?
«Certo».
Il Piemonte, però, ha già avviato una bella stangata fiscale…
«Ho ereditato un deficit di 2,5 miliardi, sono stato obbligato».
Partendo da questo presupposto anche le altre Regioni potrebbero fare lo stesso…
«Valuteremo caso per caso. In Piemonte, comunque, si tratta di una mini-stangata, visto che riguarda solo 600mila persone. I restanti 2,6 milioni non verranno toccati, perché hanno un reddito al di sotto dei 28mila euro annui. Per intenderci: non mi sognerei mai di togliere fondi ai disabili, ma di chiedere sacrifici a chi guadagna 150mila euro all’anno sì».
Sembrano provvedimenti… di sinistra.
«Beh, io sono di sinistra. Altro che articolo 18».
Quale delle due sinistre: Renzi o Cgil?
«Io sono molto più a sinistra di chi va in piazza con le bandiere rosse, ma…».
Ma?
«È necessario seguire gli interessi dei cittadini a discapito del cuore».
Sul Jobs act sembra che il premier abbia trovato un accordo con la minoranza Pd sui licenziamenti disciplinari sulla strada che aveva suggerito lei…
«Sì, dettagliare la casistica dei licenziamenti disciplinari era una mia idea».
Infine, c’è la partita del Colle. Se Pd e 5 Stelle si mettessero d’accordo sul suo nome, lei correrebbe?
«Ho un mucchio di difetti, maquello che non ho è di non avere il senso del limite…».

Rosalba Carbutti