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Perchè dico grazie a Fernando Alonso

Sta per iniziare l’ultima settimana da ferrarista per Fernando Alonso.

Contrariamente a quanti alcuni credono (taluni in buona fede, altri spudoratamente in mala fede), io considero Fernando un grande campione.

Penso che se, vestito di rosso, avesse vinto almeno due mondiali, quello del 2010 e quello del 2012, nessuno avrebbe potuto obiettare qualcosa.

Aggiungo che, come testimoniano gli archivi dei miei scritti in qualunque sede, lo reputo non inferiore all’erede Vettel e non inferiore ad Hamilton. Mentre in questo funesto (per la Ferrari) anno del Signore 2014, ecco, indubbiamente Alonso ha ‘piallato’ il mio idolo personale Kimi Raikkonen.

L’uomo non lo conosco.

Non per colpa sua.

Dopo i disastri del 1994 a Imola, mi sono imposto una regola.

Fine di qualunque relazione amicale, diciamo così,con chi faceva il mestiere di driver.

Il dolore era stato troppo grosso.

Per capirci, in undici anni a Maranello con Schumi ho avuto, peraltro come tutti, solo rapporti professionali: le interviste, le conferenze, eccetera.

Se qualcuno mi avesse chiesto o mi chiedesse un giudizio sull’essere umano, avrebbe avuto e avrebbe ancora la stessa risposta: non so, mi mancano gli strumenti.

Extra eventi ufficiali, dal 2010 a oggi, con Alonso ho trascorso solo una serata.

Era il 2012, lui aveva appena vinto in Germania, io dovevo partire per l’Olimpiade di Londra, lui era a Maranello e compiva gli anni.

Andammo a cena. Io, mia moglie, il Dom e Fernando.

Piacevolissima compagnia. Nessun discorso sulla Formula Uno, a parte la sua ammissione (se ne parlava già) che non avrebbe avuto alcun problema se in Ferrari, al posto di Massa, fosse tornato Kimi. In effetti, aveva ragione, ehm ehm.

Ebbi l’impressione di essermi imbattuto in un giovane uomo cortese, simpatico a pelle, per niente dominato da pulsioni negative.

E, per quello che vale, confermo la sensazione.

E’ fuori discussione, ‘sportivamente’ parlando, che la combinazione Alonso-Ferrari non abbia dato i frutti sperati.

Cinque anni e zero tituli sono un bilancio non contestabile.

Sinceramente, non è lui il responsabile.

Poteva magari commettere un paio di errori in meno nel 2010 o qualificarsi meglio in alcuni Gp del 2012, ma non sarebbe serio affermare che Alonso abbia fallito, a Maranello, in ragione di sue manchevolezze.

Non gli hanno mai dato la vettura più competitiva, stop.

Dopo di che, per comprendere fino in fondo come mai Fernando sia risultato così ‘divisivo’, almeno in questa sede (ma in generale: è una balla mostruosa della informazione di regime raccontare che sia stato amatissimo dalla stragrande maggioranza dei ferraristi, purtroppo non è così), forse conviene ragionare su elementi extra pista.

Alonso avrebbe avuto bisogno, parlo del 2005-2006, di persone accanto che lo aiutassero a comprendere che non era una gran trovata parlare della Ferrari come di una organizzazione banditesca o giù di lì.

Alonso avrebbe avuto bisogno di persone accanto che, dopo la Spy Story del 2007, lo aiutassero a comprendere che era puro buon senso dire: ok, non ero io il motore di questa sporca storia (e ovviamente non lo era), dunque mi dispiace aver avuto un ruolo nella vicenda. A maggior ragione era suo interesse dichiararlo una volta formalizzato l’accordo con Montezemolo e Domenicali.

Alonso avrebbe avuto bisogno, in queste cinque stagioni, di persone accanto che lo aiutassero a capire che rimarcare sempre e comunque, nelle difficoltà, la differenza tra il suo enorme talento (che io, ripeto, ammiro e rispetto) e i limiti della Scuderia, insomma, non era il miglior modo per garantirsi la simpatia di chi per lui e con lui lavorava.

Anche perchè se ti assumono sulla premessa (falsissima, in ragione dello sviluppo della F1 post moderna) che tu contribuirai alla crescita tecnica della monoposto e poi questo non succede e poi tu dici che sogni la Red Bull come regalo di compleanno, ecco, forse c’è un equivoco alla base dell’intera relazione.

Domenicali, con tutti i suoi difetti (forse è responsabile anche delle alluvioni a Milano e a Genova. no?), se ne era reso conto e per questo nel 2013 ha deciso di riportare a casa Kimi. Per non restare ‘scoperto’ quando si fosse sentito dire che comunque con la Ferrari e in Ferrari non c’erano prospettive.

Poi l’auto del 2014 è stata una catastrofe e Raikkonen è andato piano, ma il ragionamento era e resta ineccepibile.

Io ho intuito che la storia era finita a luglio, quando ho trascorso un po’ di tempo con Mattiacci. Mattiacci è diversissimo da Domenicali, finora non ha provocato alluvioni in Liguria, ma in una cosa è uguale al Dom. L’interesse della Ferrari viene al primo posto. Se pensi sia una squadra come tutte le altre, o ci sei o ci fai.

Premesso tutto questo (ed è una premessa molto lunga, spero sufficiente a scoraggiare i troll) io, da ferrarista, ad Alonso dico grazie.

Per cinque campionati ci ha messo l’anima.

Spesso ha fatto rendere la macchina più di quanto valesse.

E, come ho già scritto, un paio di titoli se li sarebbe meritati.

La Storia è, per i fuoriclasse, l’unico Tribunale rispettabile, anche nella sgangherata era di Internet.

Ho conosciuto Gilles.

Ho conosciuto Alboreto.

Ho conosciuto Mansell.

Ho conosciuto Prost.

Con la Rossa, non ce l’hanno fatta a vincere.

Ciò nonostante, li considero dei grandissimi e meritano la mia gratitudine.

Alonso, idem.