Cacciari: “Renzi non ha rivali. Il Pd è lui, centrodestra già morto”
PROFESSOR Massimo Cacciari, secondo l’ultimo sondaggio Demos il Pd ha perso cinque punti in un mese, fermandosi al 36%.
«Sono oscillazioni normali. Matteo Renzi non ha rivali, né a destra, né a sinistra. Solo la crisi può batterlo».
In verità Forza Italia non cala e la Lega di Salvini tocca quasi l’11 per cento…
«Se il centrodestra si aggregasse attorno alla figura di Matteo Salvini configurando una destra lepeniana potrebbe anche arrivare al 15 per cento, ma poi Forza Italia sparirebbe».
Sì, ma se le varie forze di centrodestra si riunissero potrebbero insidiare il Pd.
«Ma va… il centrodestra è morto. Silvio Berlusconi ormai è stanco, i suoi delfini, da Gianfranco Fini ad Angelino Alfano l’hanno deluso, perciò è normale che pensi solo a salvare se stesso e la «baracca», cioè le sue aziende. Forse restano vive le idee di destra. Ma anche quelle si stanno trasferendo nel partito di Renzi».
Il partito della Nazione.
«Il leader Pd sta facendo di tutto per attrarre i voti di centrodestra a sé. Tant’è che per il 50 per cento fa quello che voleva fare Berlusconi. È anche per questo che Silvio non vede eredi dopo di lui, se non proprio il giovane Renzi».
Beh, in Forza Italia c’è Raffaele Fitto che ha appena fatto pace con il Cavaliere.
«Per carità. Sopra Roma non prende neanche un voto».
A sinistra, invece, c’è chi pensa a Maurizio Landini.
«Se il capo della Fiom scendesse in politica, il premier porterebbe dei ceri alla Madonna dalla felicità».
C’è la sinistra Pd che picchia duro.
«Chi? Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema? Ormai sono impresentabili. L’ultima loro occasione sono state le primarie, ma anche lì hanno sbagliato».
Contro Renzi era impossibile vincere.
«Almeno potevano coalizzarsi tutti per sostenere Pippo Civati. Ormai la guerra politica è dei giovani».
Sarà, ma intanto dopo la manifestazione della Cgil del 25 ottobre e le bordate del governo ai sindacati, la fiducia nel premier è scesa di dieci punti.
«I sindacati mantengono una posizione nostalgica e reazionaria. Per attrarre il 10-15 per cento dei voti azzurri il premier è obbligato ad attaccare la bestia nera comunista».
Ma se poi c’è la scissione del partito democratico?
«Al premier conviene tirare la corda per altri cinque o sei mesi. Una volta incassati i voti della minoranza sui provvedimenti che gli interessano, la sinistra Pd non esisterà più».
E il Pd, invece?
«Ora c’è il partito di Renzi e augurarsi che fallisca sarebbe un suicidio per il Paese».
Insomma, Cacciari, anche lei sale sul carro?
«No. Dico solo che ha il cinismo e la volontà di potenza che servono a un politico. Però sulle idee deve andare oltre agli 80 euro e al nuovo Senatino…».
Ci sono anche il Jobs act e l’Italicum.
«La riforma del lavoro non risolve nulla, quella della legge elettorale è una presa in giro alla decisione della Consulta. Non sono riforme, ma è sicuramente un po’ meglio di prima».
Previsione sulla fine della legislatura?
«Dipende tutto dalla situazione economica. Berlusconi, Landini, D’Alema, Grillo non contano».
Rosalba Carbutti