Una luce sulla Rai
NON È MAI TROPPO tardi per le idee buone o che, almeno, io considero tali. Anni fa, davanti all’enorme evasione del canone Rai (500 milioni di euro, pari al 35% delle famiglie) rilanciai, sommessamente, una vecchia proposta: perché non agganciare la tassa annuale su radio e tv alle bollette dell’elettricità? Mi sembrava un’idea di buonsenso che avrebbe ottenuto due risultati: dare una mano ai bilanci di viale Mazzini, diminuendo considerevolmente gli evasori (la luce viene pagata quasi da tutti), e ridurre il prelievo forzoso di gennaio a carico dei soliti noti. Ma in Italia, si sa, ci complichiamo sempre la vita: il mio progetto venne considerato troppo semplice e subito accantonato.
OGGI SCOPRO che non ero, poi, stato così tanto banale: il nuovo sottosegretario all’Economia, la piacentina Paola De Micheli, ha dichiarato che sta studiando un emendamento alla legge di stabilità proprio per legare le due tasse. È, al momento, l’ipotesi più accreditata rispetto all’alternativa di varare un decreto ad hoc. Se si farà in tempo con gli iter parlamentari, già dall’inizio del 2015 ogni famiglia farà, dunque, l’accoppiata bolletta della luce elettrica-canone tv e non solo (il requisito non dovrebbe, infatti, riguardare unicamente il possesso del televisore). Sempre che dietro all’ultima ipotesi avanzata dal governo non ci sia qualche altro inganno. Tra una stangata e l’altra, non si sa mai quale sorpresa spunterà dal cappello dello Stato tassatore.
giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net