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L’Italia dice “ni” alla Palestina e un “si” pieno alle armi ad Israele

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L’Italia dice “ni” alla Palestina consegnando un ottimo risultato per Israele. Il mezzo sì della Camera al riconoscimento della Palestina, con l’approvazione di due mozioni non proprio sovrapponibili, segna il compromesso faticosamente raggiunto per evitare ulteriori rinvii. Un mezzo sì perché la mozione del Pd non impegna esplicitamente il governo a riconoscere la Palestina, ma piuttosto a “promuoverne” il riconoscimento. E perché subito dopo la Camera, con il parere favorevole del Governo, approva un’altra mozione, quella di Ap-Sc, assai più vincolante, che lega il riconoscimento dello Stato palestinese al raggiungimento di un’intesa tra Al-Fatah e Hamas. Ancora una volta l’Italia burlona dei parlamentari dimostra la sua incapacità decisionale a vantaggio del sostegno militare a Israele. Giorgio Beretta, analista dell’Opal –  sostiene da tempo che l’Italia, dati alla mano, è il maggiore esportatore dell’Unione europea di sistemi militari e di armi leggere verso Israele. Il 2012 è stanno l’anno record con oltre 470 milioni di euro di autorizzazioni per l’esportazione di sistemi militari rilasciate (dati del Rapporto UE). Inoltre si stima sula base dei dati Comtrade che oltre 21 milioni di dollari di armi leggere sono state  vendute dal 2008 al 2012. In percentuale, oltre il 41% degli armamenti regolarmente esportati dall’Europa verso Israele sono italiani. Le vendite autorizzate di armamento verso il governo di Tel Aviv hanno riguardato in particolare armi di calibro superiore ai 12,7 mm e aeromobili, sistemi d’arma ad energia diretta e apparecchiature elettroniche. Tra le imprese coinvolte figurano Simmel Difesa, Beretta, Northrop Grumman Italia, Galileo Avionica, Oto Melara ed Elettronica spa. Non dimentichiamo poi i caccia italiani M-346 Alenia Aermacchi la cui fornitura costituisce solo una piccola parte della cooperazione militare italo-israeliana, istituzionalizzata dalla Legge n. 94 del 17 maggio 2005. L’aereo italiano possiede una elevata manovrabilità, conseguente alle scelte operate in fase di progettazione, quali ad esempio il largo uso di materiali compositi, un rapporto peso-potenza minimo e determinate soluzioni aerodinamiche. Sin dal giugno 2007, nel corso del secondo governo Prodi, l’allora Sottosegretario alla Difesa Giovanni Lorenzo Forcieri, diede conto dell’intenzione di Israele di acquistare 14 esemplari di M-346 per l’Aeronautica Militare, completi del relativo supporto logistico. L’impegno di spesa venne preventivato in circa 400 milioni di euro.