L’intelligenza di Yuki
A MODENA si stanno coccolando da un po’ lo schiacciatore giapponese Yuki Ishikawa, per il quale la tv nipponica Fuji tv si è scomodata provocando anche un piccolo incidente diplomatico tra la società presieduta da Catia Pedrini e la Legavolley, incidente di qui potete leggere qui.
Negli stessi giorni, il sito della federazione mondiale Fivb ha pubblicato un servizio su Ishikawa, nel quale il giovane schiacciatore orientale dice cose che mi sono sembrate molto mature. Più dei suoi 19 anni vissuti in un mondo completamente diverso da quello in cui, da qualche mese, Ishikawa si trova catapultato.
Per esempio: “Tutto qui è diverso rispetto al Giappone, quindi a volte sono un po’ confuso _ racconta Ishikawa _ Comunque, non ho scelta: devo adattarmi alla cultura italiana e imparare tutte le differenze che ho bisogno di conoscere“.
E ancora: “Qui i giocatori sono molto più alti. Le partite sono molto divertenti, puoi capire facilmente che i giocatori si stanno divertendo e amano quello che fanno. Usano anche la loro creatività e giocano più liberamente di quanto succeda in Giappone”.
E poi: “Mi piacerebbe condividere con i miei amici e compagni giapponesi l’approccio che sto imparando qui. Potremmo essere capaci di giocare in modo più divertente, dobbiamo solo liberarci delle nostre paure e preoccupazioni. E’ importante divertirti quando giochi, spero di continuare con questo spirito per il resto della mia carriera. Spero di poter dire la stessa cosa tra 10 anni”.
E se è normale che Ishikawa confessi di sognare le Olimpiadi di Tokyo 2020, poi aggiunge: “Per farle bene è necessario che continuiamo a crescere come gruppo. Non mi porta da nessuna parte se mi concentro solo su me stesso e sul mio miglioramento individuale, la pallavolo è uno sport di squadra. Dobbiamo migliorare insieme, e i giovani giapponesi devono capire che all’estero i loro rivali si stanno allenando e giocano in modo completamente diverso, qualcosa che a casa fanno fatica ad immaginare”.
E ancora: “Mi sento fortunato ad essere a Modena, circondato da giocatori di classe mondiale. E’ importante che mi sia unito alla squadra in questo momento così positivo. Sono così giovane che ognuno dei miei compagni può farmi da maestro, se proprio devo indicare qualcuno in particolare dico Bruninho, che sta guidando in modo fermo il gruppo in ogni momento, senza bisogno di dare ordini; mi piace Earvin Ngapeth, è uno spirito libero e un po’ pazzo. Fuori dal campo, è Andrea Sala che ci guida, in trasferta siamo in camera insieme e lui usa ogni momento per insegnarmi l’italiano”.
Infine: “Raccomanderei l’esperienza che sto facendo io a tutti, anche se dipende molto dalla personalità e dal carattere. Conosco giocatori giapponesi che potrebbero fare una bella figura se avessero l’opportunità di giocare all’estero”.
E questo ha 19 anni?