M5S, la base si ribella sul web: ormai siamo come gli altri
«MI RODO il fegato… sono del Movimento e non conto più un ca…». «Esigo il voto online». «Tra una settimana il Movimento sarà al 15%. Grazie a chi ha chiesto le dimissioni del sindaco di Quarto Rosa Capuozzo».
Nel Movimento 5 Stelle tira brutta aria. Ma un così forte cortocircuito, dai vertici alla base, forse neanche Beppe Grillo se lo aspettava.
Rabbia, malcontento e delusione si rincorrono post dopo post. Commento dopo commento sul blog di Beppe Grillo.
Certo, la schiera degli allineati ‘sempre e comunque’ col leader tiene alta la bandiera del grillismo, ma le stelle sono appannate. E molti attivisti decretano la richiesta di dimissioni al sindaco di Quarto, firmata genericamente M5s, la fine del famoso motto ‘uno vale uno’.
«Il verdetto dimissioni sì o no avrebbe dovuto essere sottoposto agli iscritti», chiede Paolo B.
«La questione di Quarto è a livello nazionale e noi iscritti siamo diventati solo semplici spettatori che ci rodiamo il fegato, perché nelle decisioni importanti decidono tre o quattro persone… Chiedo troppa democrazia?», s’indigna Salvatore da Palermo.
La delusione è palpabile. C’è chi si dispera come Nicola S. da Dubai («ho perso le speranze») e c’è chi si arrabbia come Franco Conti («quella di Grillo è una strategia da kamikaze»).
L’atmosfera non cambia su Facebook. Qui gli attacchi si sprecano. E non vengono risparmiati nemmeno i membri campani del direttorio. Il rischio di trasformarsi «come tutti gli altri partiti» è uno dei timori che contagia attivisti e grillini della prima ora.
«Le dimissioni – si scalda Federico Perucca – sono state chieste per coprire le responsabilità di Di Maio e Fico, plenipotenziari nel feudo di Quarto».
Sulla stessa linea Giuliana Marino, che chiede a Beppe dove sia finita «la frase tanto sbandierata ‘siamo una base senza leader’». Nessuna replica. Ma ci pensa Massimo Bonini che attacca: «Se uno vale uno chi è Grillo per chiedere le dimissioni?». Edili Jonuzi va oltre: «Grillo e Casaleggio dimettetevi e lasciate il Movimento in mano ai ragazzi».
Su Twitter c’è la stessa musica. Il post sul sito del M5s, a firma di un attivista, Alessandro Gallo, che chiede educatamente «le dimissioni del sig. Casaleggio in quanto responsabile del mancato rispetto del principio ‘Uno vale uno’» inizia a girare. Ma poi il post anti-Casaleggio viene disperso (o cancellato?) nella Rete. Beppe non se ne cura e lancia una nuova guerra (social) al Pd. Obiettivo: cannoneggiare i democratici sul sindaco di Brescello a colpi di hashtag #Coffrinidimettiti.
«Se ti difendi sei più forte. Se attacchi sei più debole», suggerisce l’Arte della guerra, trattato di strategia militare datato fra il VI e il V secolo avanti Cristo. Forse Grillo non l’ha ancora letto.
Rosalba Carbutti
Articolo pubblicato su QN il 12 gennaio 2016