Le bollicine ’95 solo in cantina. E il Rosso ‘68
NOBILE e semplice è il contesto, fuori dal rito delle verticali per gastrofighetti. Marco Nicoloi e la moglie Barbara Liuzzo portano al Cave Ox di Solicchiata, con Emanuele Fioretti, la più antica grande cantina del vulcano. Con tre annate storiche, mentre Lucia Rampello spadella fuori orario una fantastica pasta con salsiccia e cavuliceddi, la minestra contadina con l’uovo rotto, stagionale e sublime. Sandro Dibella, patron dell’enoteca e maestro di pizze contadine, è il padrone di casa. Ecco il Fiore Doc 2001 Magnum: Carricante 95 per cento, un anno in botte di rovere, un anno in bottigia, evoluzione sorprendente. La base del disciplinare è nell’Etna Rosso Doc 1968. Fermentazione in vasche di pietra lavica e affinamento in botte grande di castagno dell’Etna. Commovente, confessano Marco e Barbara. Vivo dopo 47 anni. Alberto Aiello di Graci serve dietro il banco, partecipano Girolamo Russo e il giorno dopo Antonio Benanti. Per cantine che partono dagli anni ‘90 o dal 2000 è una degustazione fondante. Come il Metodo Spumante Surlì 1995, esperimento unico metodo di metodo classico Nerello Mascalese, prodotto da Carlo Nicolosi Asmundo “e mai replicato perché si ritenne non pronto in quanto sbilanciato. Lo provavamo ogni anno – racconta Marco Nicolosi – ma non ci convinceva, dimenticato dal 2009”. E riscoperto per la condivisione solo in cantina, su prenotazione, ieri. La quarta bottiglia di quattro aperte è stata fra le dieci migliori degli ultimi anni.