Denatalità in Italia, perché non è solo un fatto economico
Nell’arco di meno di un secolo il modo di vivere è cambiato molto più che nei precedenti duemila anni. I dati sulla popolazione in calo sono ampiamente prevedibili da decenni e non sono di certo ricollegabili alla crisi economica attuale. La soluzione? Non esiste soluzione, se non per mezzo di una crescente immigrazione. Che porta benefici, ma inevitabilmente anche grandi problemi sociali.
Gianluca da Monza, ilgiorno.it
In tempi di crisi economica, tutti ci dicono che ciò che serve veramente per uscire dal tunnel è il coraggio di investire sul futuro. Ma qual è l’investimento migliore che una società può fare sul proprio futuro? Sono, ovviamente, i figli. Invece gli ultimi dati ci dicono che il tasso di natalità nel nostro Paese è uno fra i più bassi al mondo. Come mai? Si pensa che con la crisi economica le famiglie siano portate a procreare ancora meno e che le difficoltà finanziarie non possano che creare ulteriori flessioni del tasso di natalità. Ciò è indubbiamente vero, ma limitarsi a queste considerazioni è riduttivo. In realtà il problema è essenzialmente di carattere culturale, in una società come la nostra sempre più sazia e sempre più disperata, che non vede più sbocchi nel futuro e nella quale le persone finiscono per vivere solo per se stesse. La scienza medica ci insegna che sbagliare la diagnosi significa sbagliare la cura: allora, se lo Stato affronta il problema demografico sulla base delle conseguenze della crisi economica, rischiamo di non risolverlo più.
laura.fasano@ilgiorno.net