Conte e Arrivabene

Sapete, si può anche non amarlo il calcio. Come taluni tra voi ogni tanto sostengono.

Ma vi assicuro che, forse per la mia cultura risorgimentale (addirittura! eh sì, ognuno ha i suoi difetti) nonchè per la mia età, diventa abbastanza difficile provare indifferenza assistendo ad una partita della Nazionale.

Mi vengono in mente Riva, Rivera e Mazzola, Facchetti, Zoff, Scirea, Cabrini e Tardelli.

Senti quelle note al’inizio e anche se lo sai che il calcio (ma mica solo il calcio, intendiamoci) è un ambiente tutt’altro che esemplare, sì, ti fai conquistare dalla ansia positiva.

Poi l’Italia batte 2-0 il Belgio, che dicono favorito, con un finale da palpitazioni.

E arriva Conte, l’allenatore, e fa: sono contento ma non cambia niente, testa bassa e pedalare.

Ehhhhhhh?

Dove l’ho già sentita questa?

Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!

Maurizio Arrivabene!

Iron Mauri.

Testa bassa e pedalare!

Del resto, con mio sommo dispiacere di interista, Arrivabene è nel board della Juve da anni, quindi Conte lo conosce bene.

Lo so, lo so.

Per Conte, nell’immediato, il momento è più felice. E sono contento di essere stato in tribuna qua a Lione, dove sono ancora mentre digito queste righe sulla tastiera del computer.

Ho l’impressione (ma già l’ho raccontato in passato) che nei confronti di Maurizio ci sia, talvolta, una forma di accanimento.

Dice, a caldo, che la strategia di Montreal non si è rivelata perfetta?

E’ un fesso che ammette un errore imperdonabile.

Dice, più tardi, con calma, che forse i suoi ingegneri non avevano tutti i torti a fare una determinata scelta, che pure non è stata premiata dal risultato?

E’ un fesso lo stesso. Anzi, sta in stato confusionale.

Mah, sarà.

Come il ct quando ha deciso di convocare Giaccherini e Pellè.

Mah, ancora me fa velo l’amicizia, comunque ha ragione Conte.

Qui bisogna pensare alla Svezia

E a Baku.

Testa bassa e pedalare, dai.