Cosa vorrei chiedere a Schumi

E’ come se il destino avesse scelto il modo più crudele per impedirci di dimenticarlo.
Questi tre anni “senza” Schumi sono uno strazio quotidiano, per chi lo ha amato o semplicemente ammirato nel mestiere di pilota.
Quando in una conferenza o in un convegno mi chiedono di quali esperienze professionali io vada fiero, beh, al primo momento c’è quella cosa li’.
Ho visto e raccontato dal vivo, rispondo, la prima gara di Michael Schumacher in Formula Uno, Belgio 1991. E l’ultima, Brasile 2012. In mezzo, la Leggenda.
Oltre vent’anni di esistenza randagia, con la certezza di essere al seguito di un fuoriclasse unico.
Oggi mi piacerebbe ascoltare la sua opinione sul presente di Vettel a Maranello, su Hamilton, su Verstappen.
Schumi non era un oratore irresistibile ma raramente raccontava banalità.
So come sta e talvolta lo lascio capire tra le righe.
Ogni tanto mi parlano di Mick, il figlio. Nei Gran Premi ogni tanto le dinastie funzionano, ne abbiamo avuta conferma recentissimamente.
Dovesse accadere con Schumi junior ne sarei felice.