Sospensione sospesa tra Lauda e Forghieri
Prendiamoci una pausa.
Dovrei occuparmi forse del planetario battibecco sulle sospensioni furbette, con la Ferrari e altri team che sostengono una tesi, due scuderie (indovinatene l’identità…) che la pensano diversamente e la Fia che ovviamente non sa che pesci pigliare.
Ma poichè l’argomento non mi interessa (a Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie e un devoto saluto al maestro Giusto Pio, da poco salito nel paradiso dei musicisti) m e sono vittima di una botta di nostalgia, aspettando verdetti in stile Charlie Whiting, ecco, scelgo di ospitare qua sotto la mia intervista a Forghieri su Lauda e Hunt, appena apparsa su Carlino Nazione e Giorno. In coda il saluto di samserious, eroico vincitore dell’ultima edizione del Quizzone.
Al mefitico presente torneremo tra breve e vagamente mi dispiace.
FORGHIERI&LAUDA
“Penso che settanta anni fa, quando la prima automobile uscì dalla officina di Maranello, mai Enzo Ferrari avrebbe osato immaginare che la sua azienda sarebbe stata quotata a Wall Street! Ma di sicuro del presente di quella che lui chiamava la fabbrica sarebbe molto orgoglioso”.
Mauro Forghieri, 82 primavere sulle spalle, ha fatto la storia dell’automobile. In Italia e non solo. Accanto al Drake per un quarto di secolo. L’epoca più intensa e affascinante, i trionfi del Cavallino a Le Mans e a Daytona, la Formula Uno, i grandi assi del volante, da Surtees a Bandini fino a Michele Alboreto, passando per Jody Scheckter e Gilles Villeneuve.
“Ma il pilota che ho stimato di più -sospira Forghieri- è stato certamente Niki Lauda”.
Cosa aveva l’austriaco più dei colleghi?
“Una sensibilità figlia dell’istinto. Niki capiva il mistero nascosto nella monoposto, se ne appropriava e so esaltava nella simbiosi con il mezzo meccanico”.
Ma la sua relazione con Ferrari finì male.
“Beh, volarono gli stracci quando lui decise di andarsene alla fine del 1977, dopo aver riconquistato il titolo. Però quel divorzio fu una conseguenza degli eventi della stagione precedente”.
Roba da Hollywood. Il 1976. Il duello con il play boy britannico James Hunt. Il rogo del Nurburgring, eccetera.
“Infatti Ron Howard ci ha anche fatto un film, che tutto sommato non mi è dispiaciuto, sebbene la fiction abbia esigenze che si impongono sulla realtà”.
Come andarono davvero le cose?
“Lauda stava vincendo il campionato anche nel 1976, ma ci fu il terribile incidente del Ring. Si salvò nonostante le ustioni, ma molti pensavano non sarebbe più tornato in pista”.
Ci stava.
“Ci stava sì, ma Niki non fu contento quando seppe che Ferrari si era messo subito a cercare il sostituto, quando ancora lui lottava per la vita in un ospedale tedesco”.
Il Grande Vecchio era molto pragmatico.
“Per forza, però quando quaranta giorni dopo le fiamme l’austriaco fece sapere di voler provare la macchina a Fiorano il Drake non fece una piega. Anzi, rimase sinceramente colpito dal coraggio di Lauda”.
Forse quel ritorno dall’Al di là rimane l’evento più grande nella storia dell’automobilismo.
“Probabile. Tenga presente che Niki era conciato malissimo, il viso deturpato, il sangue che colava da sotto le garze, faticava ad allacciare il casco. Ebbe questa forza d’animo pazzesca. Venne a Fiorano per il test, poi a Monza disputò il Gran Premio d’Italia. E arrivò quarto”.
Un delirio.
“La gente era impazzita. Sembrava di assistere ad una resurrezione in diretta mondovisione. Io vedevo quanto Lauda soffriva, eppure ero sedotto a mia volta dall’ardimento che mostrava”.
Eppure il titolo lo perse.
“Sì, nel diluvio del Giappone, all’ultima gara. In verità, lo fregarono”.
Chi?
“Sul circuito tirava la tempesta. Tutti i piloti erano d’accordo per annullare il Gp. Così Lauda sarebbe rimasto campione. Si decise di partire per i diritti tv, fare un giro nel temporale e poi ai box, finito”.
E invece…
“Invece i piloti sono così, quando abbassano la visiera del casco conta solo la competizione. Ma Niki lo sapeva, se lo aspettava. Si fermò solo un brasiliano, Carlos Pace”.
E si fermò Lauda.
“Mi avvicinai subito all’abitacolo. Pensavo a un guasto. Lui mi disse: Mauro, io paura, io non correre, io finito. Gli risposi con una frase che era un omaggio al suo coraggio: Niki, alla stampa diremo che si è rotta la macchina. Volevo salvare la sua immagine. Ma Lauda fu secco: no, tu dire verità, io paura. Perse il mondiale per un punto, a beneficio di James Hunt”.
Nacque la leggenda del Gran Rifiuto.
“Nella sua onestà c’era tutta la grandezza del personaggio. Da Maranello Ferrari capì la situazione, non si arrabbiò, il Vecchio fece sapere che avrebbero continuato assieme. Infatti nel 1977 riconquistammo il titolo”.
Ma qualcosa si era rotto.
“Le emozioni erano state troppo forti. La separazione non fu consensuale, il Drake aveva una stima enorme per Niki, ci rimase male quando l’austriaco annunciò l’addio. Decise di sostituirlo con un canadese semisconosciuto, Gilles Villeneuve. Ma questa, se permette, è un’altra leggenda…”
Si chiuda con un altro big, cioè samserious, che ringrazio per la pazienza dimostrata (e per la focaccia ligure, ca va sans dir).
“Eccomi qua Samserious a rapporto!!
Beh che dire, è stata una giornata clamorosa. Prima la visita al museo delle figurine panini con il Nume che ci ha raccontato i segreti più nascosti, le storie “b-side” dei personaggi immortalati nelle figurine, gli aneddoti legate ai personaggi del cinema e del calcio ove le figurine l’hanno fatta da padrone per anni. C’era anche una parte dedicata all’automobilismo con la figurina di shumy, di un giovanissimo Enzo Ferrari pilota, Senna e Prost. Mai mi sarei immaginato che da delle semplici figurine potesse esserci una mole immensa di storie, aneddoti.
Poi ci siamo spostati al museo Enzo Ferrari, per il pranzo e la premiazione. A tavola sono stati rivelati segreti segretissimi dichiarazioni off record e chi più ne ha più ne metta, ho anche rivelato il sistema cervellotico per vincere il quizzone, segreto pure quello. Si è chiacchierato tra lasagne e vino di F1, della Ferrari, delle speranze per la prossima stagione , dei nostri pronostici già pubblicati da autorevoli cloggari. Infine la premiazione, è stato veramente un onore ricevere ben due premi da Leo: una sf2016 h(hai vinto mai) con Vettel alla guida e una raccolta di fotografie che ritraggono momenti salienti della storia Ferrari. Inutile dire che sono stati premi graditissimi, in più ho approfittato della disponibilità del Nume per farmi autografare un suo libro. Finita la solenne cerimonia ci siamo salutati e ho concluso in bellezza la giornata facendo un salto al museo Enzo Ferrari.
Infine vorrei sinceramente ringraziare tutti Leo in primis, mazgiorg, EMI, Santini, 4p, grumpy, rhodes, riccris, Odin, calboni/Jobs/balconi, in pratica tutti i presenti, compreso Alessio il mio amico che mi ha accompagnato in questa quizzonica avventura, per la compagnia spettacolare. Grazie a tutti.
PS: il nome Samserious deriva da una serie di videogiochi che ho letteralmente consumato da adolescente, dove il protagonista, appunto sam serious stone, doveva difendere la terra da attacchi di orde di alieni. Un solo uomo contro tutti per la salvezza dell’umanità.
Adesso, dopo aver salvato la terra, Sam serious sarà impegnato a difendere il titolo quizzone 2016 dagli attacchi di orde nuovi pretendenti al titolo”
Ancora grazie!!